Erano 44 alla data del 17 gennaio ma sono già diventati 139 con l’aggiornamento di ieri i casi confermati di infezione da parte del nuovo coronavirus – appartenente alla famiglia della Sars e chiamato in codice 2019-nCoV – che le autorità sanitarie cinesi hanno identificato il 31 dicembre scorso. La maggior parte dei casi individuati fino a venerdì scorso, riferisce una nota diffusa ieri dal ministero della Salute italiano, aveva un legame epidemiologico con il mercato Huanan Seafood di Wuhan, nel sud della Cina, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi. Episodi, tuttavia, sono stati segnalati anche a Pechino (due), a Shenzhen e anche al di fuori dei confini cinesi, in Thailandia, Corea del Nord e Giappone. Il bilancio al momento è di quattro decessi e 36 persone in gravi condizioni.
La probabilità che il virus – di cui è stata ormai dimostrata la trasmissibilità da uomo a uomo – entri nell’Unione europea è considerata bassa anche se non può essere esclusa. In Italia è attiva la rete di sorveglianza delle infezioni respiratorie acute gravi (Sari) e delle sindromi da distress respiratorio acuto (Ards). La situazione, riferisce il comunicato, «è costantemente monitorata dal Ministero, che è in contatto continuo con l’Oms e l’Ecdc (European centre for disease prevention and control) e pubblica tempestivamente ogni nuovo aggiornamento sul proprio portale».
L’Italia, continua il Ministero, ha tre voli diretti con Wuhan (tutti appoggiati su Roma Fiumicino) e numerosi voli non diretti, con traffico passeggeri previsto in aumento per il capodanno cinese. Come previsto dal Regolamento sanitario internazionale del 2005, nello scalo romano vige una procedura sanitaria, gestita dall’Usmaf-Sasn, per verificare l’eventuale presenza a bordo degli aeromobili provenienti da Wuhan di casi sospetti sintomatici (per i quali scatterebbe nel caso il trasferimento in bio-contenimento all’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma).
I farmacisti al banco possono utilizzare le informazioni diffuse nella nota del Ministero per aggiornare pazienti e assistiti che chiedessero informazioni al riguardo. Il dicastero, inoltre, ha pubblicato sul proprio sito anche una pagina di Faq (Frequently asked question, domande più frequenti) che i farmacisti possono consultare allo stesso scopo oppure consigliare ai loro clienti.