Le ondate di caldo che, alternate ai nubifragi, tormentano l’Italia stanno provocando un aumento medio del 30% degli accessi ai pronto soccorso, tanto che aziende sanitarie e ospedaliere sono al lavoro per «allargare la capacità di accoglienza con posti letto aggiuntivi nelle medicine interne o ambulatori dedicati ai codici di moniroe rilevanza». È quanto dichiara all’Ansa il presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore. Nonostante tali interventi, spiega, «la situazione diventerà critica e dunque non deve mancare il supporto dei medici di medicina generale e dei servizi territoriali».
Dati record anche dai medici dell’elergenza riuniti nel Simeu: ogni giorno circa 6.600 italiani si rivolgono al pronto soccorso per effetti diretti o indiretti delle temperature, soprattutto nel Centrosud. In particolare, sono circa duemila le persone che ricorrono quotidianamente al pronto soccorso per un colpo di calore e 4.600 gli assistiti che hanno bisogno di aiuto per un effetto indiretto del caldo su altre patologie».
I dati sono stati ricavati da una rilevazione condotta in questi giorni nei pronto soccorso che partecipano all’Osservatorio nazionale della Simeu: le diagnosi d’uscita classificate come colpo di calore rappresentano il 4% del totale degli accessi al pronto soccorso, con una consistente differenza tra regioni del Nord (2%) e del Centro-Sud (5%). Inoltre, le patologie peggiorate o acutizzate per causa del caldo estremo sono infatti l’8% del totale degli accessi, anche in questo caso con sensibili differenze per area geografica (6% al Nord, 11% al Centro-Sud).