Suscitano forte perplessità tra le Regioni alcune delle misure impartite dalla proposta di legge con cui la maggioranza vuole rivedere le norme su orari e aperture festive degli esercizi commerciali. L’obiettivo, come noto, è quello di impartire un giro di vite alla liberalizzazione decretata a suo tempo dal governo Monti, ma per la delegazione delle Regioni che ieri è stata ascoltata dalla commissione Attività produttive della Camera il testo presenta diverse criticità.
Innanzitutto, hanno detto Gian Paolo Manzella, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lazio, e Philipp Achammer, assessore al Commercio della Provincia autonoma di Bolzano, occorre un chiarimento sugli obiettivi della legge, che dovrebbe essere quella di garantire il riposo settimanale dei lavoratori del comparto: «Una cosa sono gli orari di vendita» ha puntualizzato manzella «un’altra gli orari di lavoro degli addetti, che non sono regolati dalle leggi del commercio ma dalla contrattazione collettiva, come confermano anche alcune sentenze della Corte Costituzionale».
Perplessità pure sulle norme che imporrebbero il rispetto degli orari di vendita del commercio anche alle nuove forme di distribuzione come l’online: controlli e verifiche, hanno osservato i rappresentanti regionali, risulterebbero complicati, senza contare che se l’obiettivo rimane quello di tutelare il riposo dei lavoratori allora la materia da mettere nel mirino sarebbe anche in questo caso la turnazione del personale addetto alle attività di logistica.
Preoccupa inoltre il fatto che non sia stata prevista la possibilità di deroghe per le strutture commerciali come gli outlet e i grandi negozi di bricolage, di medie e grandi dimensioni e collocati fuori dai centri storici, i quali verrebbero fortemente penalizzati dall’obbligo di chiusura domenicale e festiva, perdendo molta parte del loro giro di affari. E viene considerata critica abrogazione dell’articolo 31, comma 2, del Dl 201/2011, che farebbe venir meno la libertà di aprire nuovi esercizi commerciali sul territorio (libertà, hanno osservato i due assessori, tutelata anche da norme europee).
Infine, appare farraginosa e irrispettose delle competenze comunali la disposizione che attribuisce alle Regioni la facoltà di concedere deroghe alle chiusure domenicali e festive a seguito di complesse intese annuali, da inserire per di più in una pianificazione triennale di difficile inquadramento. «La proposta di legge» ha concluso Manzella «può rappresentare in conclusione un passo indietro rispetto alla liberalizzazione realizzata nel settore». Come noto, le norme che la proposta di legge mira a riscrivere non riguardano gli orari di apertura delle farmacie, la cui liberalizzazione è stata impartita dal decreto Cresci-Italia del governo Monti.