«Le donne ai vertici della sanità continuano a essere fortemente sottodimensionate, soprattutto nel pubblico, benché il trend nelle posizioni apicali riveli un lento e costante incremento». Sono le parole con cui Marina D’Artibale, condirettrice dell’Osservatorio sull’equità di genere nella leadership in Sanità, commenta i dati del secondo Rapporto annuale e in particolare l’evoluzione del Gender leader index in health (Glih), che confronta la distribuzione di genere nell’occupazione totale in ambito sanitario e la distribuzione di genere nelle posizioni apicali. Se l’indicatore è inferiore a 0,5 significa che le donne sono sottorappresentate nella leadership rispetto agli uomini, se invece è superiore le donne sono sovrarappresentate.
Nel settore pubblico il valore dell’indice Glih migliora leggermente, da 0,19 nel 2020 a 0,20 nel 2021, ma rivela ancora una forte sottorappresentanza delle donne nelle posizioni di leadership, con un trend che porterebbe all’equirappresentanza tra 150 anni. Un giovane che entra, oggi, nel settore pubblico incontra 7 dirigenti uomini e meno di 2 donne ogni 100 impiegati.
Il tasso di partecipazione femminile nella sanità pubblica, ricorda ancora il Rapporto, è storicamente in maggioranza: si è passati dal 59% delle donne occupate nel 2001 al 69% del 2021. Il livello di occupazione complessivo, invece, è diminuito nel tempo come conseguenza delle politiche di razionalizzazione del sistema sanitario pubblico. Questa riduzione ha avuto un impatto maggiore sugli uomini, mentre il numero delle donne è continuato a crescere: nel 2020, a seguito della pandemia, il numero di occupati è aumentato di più di 13.000 unità e nel 2021 di 6.000, in entrambi gli anni quasi esclusivamente di genere femminile.
Lo studio rileva che a fronte di una maggiore partecipazione nel mercato del lavoro della sanità pubblica, però, non corrisponde una maggiore rappresentanza di donne nei ruoli apicali. Le differenze riguardano principalmente la progressione di carriera: nel 2020 negli ospedali è donna il 25% dei direttori di struttura semplice e solo il 19% di quella complessa.
Nel settore privato, invece, la situazione è generalmente migliore: i dati per il comparto farmaceutico evidenziano un miglior bilanciamento fra uomini e donne nella forza lavoro: nel 2011 il 41,8% degli occupati erano donne, nel 2021 il 43,9%. Includendo sia quadri che dirigenti, l’indice Glih per le aziende del settore farmaceutico sale da 0,50 nel 2020 a 0,51 nel 2021, mostrando una leggera predominanza di leader donne, che sono costituite in realtà prevalentemente da quadri. A livello dirigenziale le donne sono ancora sottorappresentate, anche se il Glih, pari nel 2021 a 0,41, sta convergendo rapidamente negli anni verso l’equa rappresentanza e potrebbe raggiungerla nel prossimo quinquennio.
L’Osservatorio è nato nel 2022 dalla partnership tra la Luiss Business School e l’associazione Donne leader in sanità.