Il tracciamento dei contatti tra gli asintomatici con test rapidi e molecolari va fermato perché è «insostenibile» e non dà risultati. Lo dicono le Regioni, che ieri hanno presentato al Governo un nuovo pacchetto di proposte che rivede le regole con cui oggi viene gestita la pandemia. Il leitmotiv dei governatori è «semplificazione», nel sistema di monitoraggio e allerta così come nella sorveglianza delle scuole. Dove, è la proposta chiave che emerge dal documento, andrebbero tenuti in isolamento soltanto gli studenti positivi sintomatici, per non interrompere continuamente l’attività didattica in presenza.
Scuola a parte, tutte le proposte delle Regioni tendono a un sostanziale “rilassamento” dei parametri che oggi misurano l’intensità della pandemia: per esempio, andrebbe rivista la classificazione dei ricoveri covid evitando di includere i pazienti positivi ma ricoverati per altre patologie; così come «andrebbe superato il sistema a colori delle zone di rischio», per concentrare «esclusivamente l’attenzione sui cittadini, in relazione al completamento del ciclo vaccinale».
In questa cornice si pone la richiesta di «sospendere il contact tracing», considerato «l’attuale contesto epidemiologico di elevata incidenza per la variante omicron» e al fine di «concentrare energie e risorse in un più efficace contrasto al virus». La proposta vale anche per la sorveglianza nelle scuole, dove sarebbe opportuno interrompere il tracciamento degli asintomatici mantenendo soltanto «l’autosorveglianza» (ossia i self test).
«Il sistema dei colori e quello del tracciamento sono tutte cose che appartengono al passato» commenta il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti «non sono più coerenti con la situazione della pandemia e pertanto vanno modificati». «Noi proponiamo una strada verso una normalizzazione» ha aggiunto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga «che vuol dire finirla con i tracciamenti degli asintomatici perché sono insostenibili e non danno nessun risultato. L’alunno sintomatico sta a casa e gli altri possono andare a scuola».