«I farmacisti sono come un “ponte” tra i cittadini e il sistema sanitario». Lo ha detto Papa Francesco incontrando a Casa Santa Marta i dirigenti della Federazione internazionale dei farmacisti cattolici. «La categoria» ha ricordato «offre un duplice contributo al bene comune: alleggerisce il peso sul sistema sanitario e allenta la tensione sociale. Naturalmente questo ruolo va svolto con grande prudenza e serietà professionale, ma per la gente è molto importante l’aspetto della vicinanza, del consiglio, di quella familiarità che dovrebbe essere propria di un’assistenza sanitaria a misura d’uomo».
La pandemia, ha detto ancora il Pontefice, «ha posto i farmacisti. I cittadini, spesso smarriti, hanno trovato in voi un punto di riferimento per avere assistenza, consigli, informazioni. Penso che questa situazione di crisi abbia anche provocato nel vostro ambiente professionale l’esigenza di “fare corpo”, di sostenervi a vicenda. E questo dovrebbe essere un incentivo ad associarsi. Mi congratulo con la vostra Federazione perché ha saputo leggere questa crisi anche come opportunità e ha rilanciato il valore dell’impegno associativo, tipico della tradizione cattolica».
Bergoglio, infine, ha ricordato il contributo dei farmacisti per una «ecologia integrale», con la promozione di stili di vita sani. «In questo» ha osservato «vi può ispirare la tradizione millenaria che qui in Europa risale alle antiche farmacie dei monasteri. Direi che voi farmacisti potete aiutarci a smascherare gli inganni di un falso benessere e a educarci a un vero “buon vivere”, che non sia un privilegio di pochi ma alla portata di tutti. Il buon vivere inteso non come vivere negli agi, ma in consonanza con l’ambiente, con l’universo, con tutti».