Trasformare in un ricordo i contenziosi degli anni passati tra Regioni e aziende farmaceutiche per il pay back degli sfondamenti sulla spesa farmaceutica (ospedaliera). E’ l’obiettivo del decreto del ministero della Salute, in vigore da venerdì 28 luglio, che detta nuove procedure per la raccolta e consultazione dei dati relativi alle confezioni transitate nel sistema distributivo del farmaco. Qualcuno, tratto in inganno dal testo, ha parlato di nuova banca dati ma in realtà la banca dati è in funzione da più di dieci anni e da tempo operatori della filiera (aziende produttrici e grossisti) e strutture pubbliche (asl e ospedali) la alimentano con le informazioni da loro prodotte.
Le vere novità, così, riguardano tempistiche e diritti di consultazione. Con l’entrata in vigore del decreto, in sostanza, vengono fissate scadenze invalicabili per l’inserimento dei dati, scadute le quali toccherà all’Aifa intervenire e comare le lacune attingendo al flusso delle fatturazioni elettroniche. Il decreto inoltre consente alle aziende produttrici e all’Agenzia del farmaco di accedere all’intero flusso delle informazioni (finora le imprese potevano soltanto inserire o modificare i dati), cosa che dovrebbe ridurre incongruenze e doppioni. Con il decreto, in sostanza, le aziende potranno rintracciare le confezioni che il distributore ha rivenduto all’Asl o all’ospedale anche quando la cessione dal produttore era indirizzata ad altri canali.
Tra le industrie, tuttavia, non c’è particolare ottimismo sugli effetti del nuovo sistema. Si guadagnerà qualcosa in trasparenza, ma sulla qualità dei dati è convinzione diffusa che sia necessario fare ancora molta