Il progetto di Federfarma Lombardia per avviare nelle farmacie associate un servizio di ripartizione con pilloliere trova importanti corrispondenze in diversi Paesi europei e rappresenta uno dei contributi più significativi tra quelli che la farmacia può assicurare al perseguimento dell’aderenza terapeutica. Lo rivela una panoramica a volo d’uccello sulle principali esperienze attualmente in corso nelle farmacie di altri Paesi, dove la ripartizione in dosi unitarie è realtà già da tempo anche grazie a interventi legislativi che hanno portato il servizio alla luce del sole. E’ il caso per esempio del Belgio, dove la Pmi (Préparation de médication individuelle, preparazione farmaceutica individuale, una definizione senz’altro più “leggibile” dall’utente finale) è normata da una legge risalente al 2012: si rivolge ai pazienti in politerapia o con aderenza terapeutica a rischio, può essere effettuata nelle farmacie del territorio o in quelle ospedaliere e se a richiederla è il paziente o il medico il farmacista non può rifiutarla. La legge non contempla una remunerazione, ma il consiglio dell’Ordine dei farmacisti belgi è di non offrire il servizio gratuitamente, perché si darebbe un pessimo segnale. Tariffa consigliata, dai 5 ai 10 euro per ogni Pmi settimanale.
Ripartizione a pagamento anche nelle farmacie norvegesi. Apotek1, catena della multinazionale tedesca Phoenix, offre un servizio assai simile a quello della celebre farmacie online americana Pillpack, acquistata l’anno scorso da Amazon: il paziente presenta la ricetta in farmacia (o la invia online) e l’ordine viene trasmesso al magazzino centrale, dove un laboratorio specializzato confeziona un “rotolone” di bustine sigillate contenenti le pillole da assumere nel giorno o nell’ora indicata. Il rotolo viene imballato e recapitato alla farmacia, che contatta il paziente perché passi a ritirarlo. Costo del servizio 10 euro circa se il “rotolone” copre una settimana di terapia, 25 euro se vale per un mese.
Ripartizione praticata diffusamente in Olanda, dove alcuni studi hanno messo in evidenza i vantaggi del servizio (chiamato da quelle parti Mdd, Multi-dose dispensing system, altra locuzione molto più “digeribile” della nostra dagli utenti finali): i dati, in particolare, dicono che la dispensazione multidose viene utilizzata dal 12% degli ultra65enni, che mostrano di apprezzare il servizio. Secondo quanto riferiscono gli stessi pazienti, inoltre, il sistema Mdd li aiuta a gestire autonomamente le terapie, anche se non tutti gradiscono la ripartizione in bustine sigillate (non sempre facili da aprire) e molti sottolineano l’importanza di indicazioni chiare e ben stampate su giorni e dosaggi. E altri studi rivelano che il servizio dà risultati se all’origine viene effettuata una selezione scrupolosa dei pazienti che effettivamente possono trarre beneficio dalla dispensazione multi-dose.