Arriva la toppa al pasticcio che, ai primi di agosto, aveva determinato l’esclusione delle farmacie rurali sussidiate che non risiedono nelle Aree interne dai finanziamenti del Pnrr per l’assistenza sanitaria dei territori disagiati (Missione 5, Componente 3, Investimento 1). A metterla il decreto Aiuti ter presentato ieri dal Governo, che all’articolo 35 riapre il bando a tutte le sussidiate residenti in comuni, centri abitati o frazioni con meno di tremila residenti.
Per la copertura economica, il comma 2 dello stesso articolo stanzia 28 milioni prelevati non dal Pnrr, bensì dal Fondo per lo sviluppo e la coesione di cui alla Manovra finanziaria per il 2021. «Il finanziamento» specifica la disposizione «è concesso alle condizioni, nei limiti e con le modalità previste dall’avviso pubblico approvato con decreto 305 del 28 dicembre 2021 del direttore dell’Agenzia per la coesione territoriale».
Come si ricorderà, la questione era esplosa ad agosto quando la stessa Agenzia per la coesione territoriale aveva sospeso dall’assegnazione dei fondi del Pnrr per la Missione 5 le «farmacie rurali ubicate nei centri con meno di tremila abitanti» che non rientrano nelle Aree interne. Il provvedimento discendeva dalla riunione che un mese prima aveva messo di fronte i tecnici della Commissione europea e i funzionari del Dipartimento per la coesione territoriale della presidenza del Consiglio. Nell’incontro, gli inviati di Bruxelles avevano richiamato il nostro Paese al rispetto delle indicazioni originarie della Missione, così come prospettate nel Piano che l’Italia aveva inviato all’Ue.
Secondo dati di Federfarma, delle oltre 1.500 farmacie che finora hanno presentato domanda di finanziamento, sono 900 quelle che rientrano nelle Aree interne individuate dalla mappatura di cui all’accordo di partenariato 2021/2027.