Nel Pnrr aggiornato con le modifiche concordate da Commissione Ue e governo italiano aumentano i fondi per la telemedicina, che mantiene il target iniziale con una platea di utenti allargata: 300mila pazienti (anziché 200mila) assistiti a distanza entro la fine del 2025. Lo ha riferito il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in una dichiarazione ripresa ieri dalle agenzie: «La rimodulazione della missione 6 del Pnrr approvata dalla Commissione Ue» ha detto «ci ha permesso di incrementare i fondi destinati alla telemedicina e all’assistenza domiciliare: 750 milioni che vanno a rafforzare gli interventi per la piena attuazione dell’assistenza di prossimità e gestione della cronicità».
Per Schillaci, dunque, «non c’è alcun definanziamento, tutti gli interventi inizialmente programmati saranno realizzati». La dichiarazione rappresenta una risposta indiretta alle osservazioni diffuse l’altro ieri dalla Fondazione Gimbre, che in un’analisi sull’aggiornamento del Pnrr aveva paventato effetti negativi dalle riscritture del Piano concordate con Bruxelles, a partire dai tagli alle Case e Ospedali di comunità previsti nella Missione 6. «A causa dell’aumento medio dei costi dei materiali di costruzione e in taluni casi dei ritardi dovuti alla necessità di rinvenire finanziamenti addizionali» precisa ancora il Ministro al rigurdo «sono stati riprogrammati i target europei riferiti a: Case della comunità (da 1350 a 1038); Centrali operative territoriali (da 600 a 480); Ospedali di Comunità (da 400 a 307); interventi di antisismica (da 109 a 84); posti letto di terapia intensiva e area medica (complessivamente da 7.700 a 5.922)». Tali modifiche, tuttavia, non comportano «previsioni di definanziamento a carico delle singole misure né modifiche rispetto alla programmazione dei Contratti istituzionali di sviluppo» e «per garantire la realizzazione di tutte le strutture e di tutti gli interventi come inizialmente programmati è previsto l’utilizzo di fondi alternativi quali le risorse da Accordo di programma ex articolo 20 Legge 67/88 ed eventuali risorse derivate da fondi per le politiche di coesione nonché le risorse addizionali del Fondo Opere Indifferibili».