«Il vaccino covid andrebbe somministrato a distanza di 15 giorni da quello antinfluenzale». L’indicazione arriva dal virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano, che interpellato dall’agenzia stampa Dire fa il punto sulla sovrapposizione tra le due campagne a venire, l’antinfluenzale 2021-2022 e la somministrazione della terza dose ai fragili. Un incrocio per il quale, dice l’esperto, sarà fondamentale il ruolo delle farmacie: «Finalmente» è il suo giudizio sul recente emendamento che coinvolgerà i farmacisti nella vaccinazione antiflu «si è diffusa la cultura della farmacie come luogo in cui vengono erogati servizi importanti per i cittadini». Tanto è vero, ipotizza Pregliasco, che si potrebbe ricorrere alle farmacie anche per la vaccinazione antipneumococcica, da organizzare insieme all’antinfluenzale.
Di certo, prosegue Pregliasco, sarà necessario organizzarsi: «E’ probabile che la terza dose diventi strutturale per i pazienti più fragili» spiega «senza contare che a breve non si potrà più fare affidamento sui grandi hub, che soprattutto in Lombardia hanno favorito la vaccinazione di massa. Ci si dovrà affidare alla medicina di prossimità e, quindi, anche alle farmacie».
Intanto le notizie che arrivano dai distributori intermedi fanno pensare che quest’autunno non si dovrebbero ripetere le carenze dell’anno scorso riguardo ai vaccini antinfluenzali per l’acquisto privato. Alcuni grossisti hanno già ricevuto le prime forniture e i produttori – eccetto uno – avrebbero confermato la disponibilità di una certa quota di dosi per la vendita in farmacia. Diverse associazioni territoriali di Federfarma, tra le quali la Lombardia, hanno sollecitato le aziende a quantificare tali disponibilità.