Le strutture sanitarie private accreditate con il Servizio sanitario nazionale stanno vivendo un momento di forte tensione. Con la perdita di quasi il 28% delle prestazioni in soli venti giorni, i laboratori privati minacciano lo sciopero se non verrà rivisto il nuovo tariffario per le prestazioni di specialistica ambulatoriale. La situazione si è aggravata alla fine del 2024, quando il Tar del Lazio ha sospeso il nuovo tariffario il 30 dicembre, salvo poi ripristinarlo il giorno successivo su richiesta del Ministero della Salute. Ora tutto è rimandato al 28 gennaio, data in cui il Tar si esprimerà definitivamente.
Secondo Valter Rufini, presidente di FederAnisap, la Federazione nazionale delle associazioni regionali delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private, il decreto ministeriale che ha introdotto il nuovo tariffario è stato approvato senza consultare le categorie coinvolte e ha portato a una drastica riduzione dei rimborsi. Questo, spiega Rufini a Il Sole 24 Ore, mette a rischio il diritto costituzionale alla salute, compromettendo le spese essenziali. La FederAnisap, insieme ad altre associazioni come Uap e Aiop, sta valutando profili di incostituzionalità del decreto.
Il nuovo tariffario include 1.113 voci, con codici e aggregati completamente rivisti, che hanno creato problemi tecnici per l’adeguamento dei sistemi informatici. Le tariffe, secondo i laboratori, sono state abbattute con tagli dal 40% all’80%, penalizzando in particolare le regioni del Sud e le isole, dove i cittadini già soffrono di carenze sanitarie. Prestazioni come gli screening per il tumore alla prostata, prima rimborsati a 14,82 euro, oggi valgono solo 3,95 euro. Analogamente, il rimborso per l’epatite è sceso da 22,06 euro a 5,70 euro, mentre quello per le emoglobine patologiche è passato da 28,75 euro a 7,75 euro.
«Il volume delle prestazioni è diminuito drasticamente, con punte di calo al Sud e nelle isole», aggiunge Rufini. Le associazioni di categoria stanno raccogliendo firme per una petizione pubblica che chiede il blocco del tariffario. Contestualmente, lanciano un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per fermare quello che definiscono un «infernale meccanismo».
«Mai avremmo voluto arrivare a questo punto», afferma Rufini, sottolineando che le strutture private operano per conto del Ssn ma devono comunque mantenere un equilibrio economico. «Salvate la sanità. I cittadini ve ne saranno per sempre grati», è lo slogan lanciato dai laboratori, che si preparano a sospendere le prestazioni se il 28 gennaio il Tar non deciderà a loro favore.