Crescerà di un miliardo il finanziamento che nel 2019 lo Stato assegnerà al Servizio sanitario pubblico, dai 116,3 miliardi di euro di quest’anno ai 117,2 del prossimo. E’ quanto promette la Nota di aggiornamento del Def – il Documento di economia e finanza che fissa le linee guida della Manovra a venire – licenziata ieri dal Consiglio dei ministri dopo alcuni giorni di febbrile lavoro sui numeri per recepire le richieste europee. Il Fondo sanitario nazionale, dicono le tabelle, crescerà dello 0,8% nel 2019 per poi accelerare nel biennio successivo: +1,9% nel 2020 (119,4 miliardi) e +2% l’anno dopo (121,8). La curva, invece, avrà andamento discendente rispetto al Pil: per quest’ultimo il Mef prevede una crescita dell’1,5% l’anno prossimo, dell’1,6% nel successivo e dell’1,4% nel 2021; il rapporto tra Prodotto interno lordo e spesa sanitaria, che quest’anno ammonta al 6,6%, scenderà invece al 6,5% nel 2019 e al 6,4% nei due anni successivi.
Nel recinto disegnato dalle cifre, le «principali azioni» che il Governo intende intraprendere in materia di Sanità comprendono l’incremento del personale, il miglioramento della governance della spesa sanitaria, la ricarca e l’innovazione, l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, gli investimenti nel patrimonio edilizio, l’ammodernamento tecnologico e la digitalizzazione, con Anagrafe vaccinale, Fascicolo sanitario elettronico e interconnessione dei sistemi informativi regionali in cima alla lista delle cose da fare. Con questi interventi, spiega la Nota di aggiornamento, si cercherà di dare risposta ai principali fenomeni che caratterizzeranno negli anni a venire lo scenario dell’assistenza: invecchiamento della popolazione «in un contesto demografico di decrescita», crescente prevalenza di condizioni complesse a lungo termine quali la coesistenza di più patologie (cronicità), integrazione socio-sanitaria.
In questo contesto, gli interventi di razionalizzazione della spesa sanitaria sembrano concentrarsi esclusivamente sul farmaco: le misure indicate dalla Nota di aggiornamento, infatti, comprendono soltanto l’istituzione del Tavolo tecnico sui farmaci e i dispositivi medici (che dovrà «individuare adeguate soluzioni dei contenziosi» tra Aifa e industrie sul payback e individuare «una nuova modalità di calcolo degli scostamenti dai vincoli della spesa farmaceutica per acquisti diretti e della spesa farmaceutica convenzionata per gli anni 2017 e 2018») e, l’anno prossimo, la revisione «dei criteri per la contrattazione del prezzo dei farmaci, al fine di renderlo aderente agli attuali livelli di innovazione del mercato».
Tra le promesse elencate nel Def, infine, spicca anche il «rinnovato impegno del Governo a promuovere la liberalizzazione nei settori ancora caratterizzati da rendite monopolistiche e da ostacoli alla concorrenza, con risultati benefici sul fronte dei prezzi, dell’efficienza e degli incentivi all’innovazione». In tale ottica, recita la Nota di aggiornamento, «la tutela della concorrenza sarà rafforzata grazie alla nuova legge annuale in materia, che il Governo intende approvare». Il testo ha preso la strada delle Camere dove dovrebbe essere vagliato con la massima celerità per rispettare le scadenze della Manovra. E anche Bruxelles dovrà dire la sua.