C’è anche la Direzione europea per la qualità dei medicinali e la salute (Eqdm) a seguire il caso dei farmaci a base di ranitidina contenenti impurità di Ndma. A riferirlo un succinto comunicato diffuso ieri dalla Direzione stessa, nella quale si assicura che «l’Edqm sta attualmente collaborando con l’Ema, le autorità nazionali competenti e i partner internazionali per comprendere il problema e intraprendere tutte le azioni necessarie a proteggere i pazienti».
Come si ricorderà la vicenda è venuta alla luce venerdì scorso, quando l’Agenzia europea per i medicinali ha rivelato in una nota di aver avviato – su espressa richiesta della Commissione Ue – una revisione dei farmaci a base di ranitidina in seguito al ritrovamento in alcuni prodotti di tracce di N-nitrosodimetilammina. L’Ndma, ha ricordato l’Ema, è classificato come «probabile cancerogeno umano» sulla base di studi sugli animali. È presente in alcuni alimenti e nelle riserve idriche, ma non si stimano effetti se ingerito in dosi particolarmente ridotte.
L’Ema, prosegue il comunicato, sta analizzando i dati raccolti nei test per valutare se i pazienti che usano ranitidina sono a rischio, e fornirà informazioni al riguardo non appena saranno disponibili. I medicinali contenenti ranitidina, come noto, sono ampiamente utilizzati per ridurre la produzione di acido gastrico in pazienti con patologie come bruciore di stomaco e ulcere allo stomaco. Sono disponibili in versioni con e senza obbligo di ricetta.