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Banco Farmaceutico, sono 13 milioni gli italiani che risparmiano su cure

14 Novembre 2018

Sono oltre mezzo milione – più di uno su dieci – i poveri che quest’anno non si sono potuti permettere le cure mediche e i farmaci di cui avevano bisogno. E ammontano a 13 milioni gli italiani che hanno dovuto limitare le spese per visite e accertamenti. Sono alcune delle cifre che emergono dal Rapporto 2018 sulla povertà sanitaria, promosso dalla fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch e realizzato dell’Osservatorio per la donazione dei farmaci, il centro studi del Banco Farmaceutico. Sostenuta dal contributo incondizionato di Ibsa e presentata ieri a Roma nella sede dell’Aifa, la ricerca registra un incremento nelle richieste di farmaci da parte dei bisognosi (993.000 quest’anno, per un aumento del 22% nel quinquennio 2013-2018). Servono soprattutto farmaci per il sistema nervoso (32%), l’apparato muscolo-scheletrico (16%), il tratto alimentare e metabolico (13,4%), l’apparato respiratorio (8,7%) e le patologie dermatologiche (6,3%).

A causa di spese più urgenti e non rinviabili, spiega il Rapporto, le famiglie povere destinano alla salute solo il 2,54% della propria spesa totale117 euro l’anno, contro il 4,49% delle famiglie non povere (703 euro). Nelle famiglie indigenti, inoltre, la quota principale della spesa sanitaria è destinata ai medicinali: 12,30 euro al mese, pari al 54% del totale; il resto delle famiglie invece spende in farmaci solo il 40% della spesa sanitaria, perché investe maggiormente in prevenzione. Emblematica in tal senso le spesa delle persone in stato di indigenza per i servizi odontoiatrici: 2,35 euro mensili contro i 24,83 euro del resto della popolazione.

«L’obiettivo primario dell’Agenzia italiana del farmaco è la tutela della salute» ha ricordato il direttore generale dell’Aifa, Luca Li Bassi «è fondamentale quindi realizzare sinergie tra le istituzioni, gli enti no profit e l’intera filiera del farmaco per eliminare le barriere socio-economiche, culturali e geografiche che possono ostacolare l’accesso alle terapie». «Sono davvero troppe le persone che non hanno un reddito sufficiente a permettersi il minimo indispensabile per sopravvivere» ha commentato Sergio Daniotti, presidente della fondazione Banco Farmaceutico onlus «i dati pubblicati quest’anno nel Rapporto sulla Povertà Sanitaria dimostrano che il fenomeno si è sostanzialmente consolidato nel tempo e che, prevedibilmente, non è destinato a diminuire sensibilmente nei prossimi anni. La strada per cambiare le cose è che la cultura del dono si diffonda sempre più anche tra le istituzioni e le aziende farmaceutiche, e che quest’ultime inizino a contemplare la donazione non più come un’eccezionalità ma come parte del proprio modello di sviluppo imprenditoriale».