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Rapporto Cittadinanzattiva, liste d’attesa restano problema. Mandelli: lavorare su prossimità

23 Ottobre 2024

L’annuale Rapporto di Cittadinanzattiva sulla salute, presentato ieri a Roma alla presenza del ministro Orazio Schillaci, ha evidenziato nuovamente le difficoltà di accesso alle cure nel nostro Paese. Le segnalazioni dei cittadini, raccolte nel 2023, sono aumentate significativamente, passando da 14.072 nel 2022 a 24.043 nel 2023. Di queste, quasi una su tre (32,4%) riguarda il mancato accesso alle prestazioni, una piaga che si è aggravata rispetto agli anni precedenti (+2,8% rispetto al 2022 e +8,6% rispetto al 2021).

Il rapporto evidenzia come la sanità pubblica sia considerata un “salvadanaio” cui attingere per far fronte ai buchi di bilancio, con conseguenze negative sulla disponibilità e qualità dei servizi. Le lunghe liste di attesa, la difficoltà di accesso ai Pronto Soccorso e la carenza di personale sono solo alcune delle problematiche sollevate dai cittadini. Ad esempio, per una visita oculistica in classe programmabile, i tempi di attesa hanno raggiunto i 468 giorni, mentre per un intervento di protesi d’anca si arriva a 437 giorni.

Le criticità maggiori si riscontrano nelle cure primarie, con il 14,2% delle segnalazioni che denuncia problemi nel rapporto tra cittadini e medici di medicina generale o pediatri di libera scelta. I pazienti lamentano visite troppo brevi o la difficoltà di ottenere appuntamenti in tempi adeguati. Anche l’assistenza territoriale soffre di gravi carenze, con l’11,1% delle segnalazioni che mette in luce la mancanza di coordinamento tra strutture e una presa in carico non adeguata dei pazienti.

La rinuncia alle cure è un fenomeno in crescita, con il 7,6% dei cittadini che ha dichiarato di aver rinunciato a trattamenti necessari, un aumento dello 0,6% rispetto al 2022. Le donne risultano maggiormente penalizzate, con una percentuale di rinuncia alle cure del 9% contro il 6,2% degli uomini. Le aree più colpite sono il Centro e il Sud Italia, dove le difficoltà di accesso ai servizi sanitari sono ancora più evidenti.

Un altro tema centrale è l’assistenza ospedaliera, che raccoglie il 13,3% delle segnalazioni. In particolare, l’emergenza-urgenza e i Pronto Soccorso sono al centro delle lamentele, con l’82,1% delle segnalazioni riferite a questo ambito. I cittadini segnalano sovraffollamento, lunghe attese e carenza di personale, problemi che persistono nonostante gli investimenti promessi.

L’accesso ai servizi di prevenzione ha visto un netto peggioramento, con una diminuzione delle segnalazioni relative a questo settore, che passa dal 15,2% del 2022 all’8,6% del 2023. Le principali criticità riguardano la scarsa comunicazione e disorganizzazione per quanto riguarda le vaccinazioni e gli screening oncologici. La bassa adesione ai programmi di screening, soprattutto al Sud, continua a rappresentare un problema, con differenze significative tra le regioni. Ad esempio, solo il 16,4% delle donne in Calabria aderisce allo screening mammografico, contro il 78,8% nella Provincia di Trento.

Le segnalazioni dei cittadini, considerate da sempre il “termometro” del rapporto tra la popolazione e il Servizio sanitario, confermano la necessità di un intervento strutturale. Anna Lisa Mandorino, segretario generale di Cittadinanzattiva, ha sottolineato come la percezione di un sistema sanitario chiuso, caratterizzato da desertificazione dei servizi e lunghe liste d’attesa, offuschi altri problemi altrettanto rilevanti, come la qualità delle cure o la sicurezza.

Infine, il Rapporto evidenzia la necessità di un aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), che non vengono rivisti dal 2017. Mandorino ha sottolineato come sia urgente dotare il Paese di un nuovo Piano Sanitario Nazionale, assente dal 2008, e riformare il sistema di gestione delle risorse per la sanità. Solo così si potrà garantire un servizio sanitario più equo e accessibile, in grado di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini.

«Il Rapporto civico di Cittadinanzattiva» ha commentato il presidente della Fofi, Andrea Mandelli «offre un’importante occasione di riflessione sugli interventi per migliorare e rendere più accessibile l’assistenza, tra i quali la necessità di dare più forza alla prossimità per rispondere in maniera concreta e immediata ai bisogni degli italiani». In sostanza il Rapporto, prosegue Mandelli, «evidenzia il ruolo ineludibile dei farmacisti quali porta d’ingresso del servizio sanitario sul territorio e l’importante contributo della categoria al rafforzamento delle attività di prevenzione, in particolar modo per quel che riguarda i servizi di telemedicina e le vaccinazioni».