Per assicurare sostenibilità ed equità al Ssn federalista occorre puntare su innovazione e prevenzione, che nel recinto della spesa farmaceutica significa rivedere la governance con l’obiettivo di «correggere gli effetti distorsivi del payback» e introdurre «un meccanismo di compensazione dei tetti di spesa sia a livello centrale sia a livello regionale, con l’obiettivo di preservare le risorse destinate ai farmaci». E’ la ricetta proposta dal XIII Rapporto Meridiano Sanità, la pubblicazione con cui The European House-Ambrosetti fotografa ogni anno numeri e dinamiche del nostro Servizio sanitario. Presentato ieri a Roma, il Rapporto 2018 offre diversi spunti di ottimismo ma lancia anche alcuni avvertimenti: in quarant’anni gli italiani hanno guadagnato dieci anni di vita (83 anni l’età media, anche se con forti differenze regionali) ma oggi questo risultato va difeso con interventi che mettano in sicurezza il sistema sanitario, minacciato nella sostenibilità da fattori come l’invecchiamento demografico, la denatalità, la multimorbilità e l’antibiotico-resistenza.
Ed ecco allora la ricetta di Meridiano Sanità, che vede nella prevenzione e nell’innovazione le due carte con cui il Ssn può affrontare le sfide del presente. Per ciascuna delle due voci, il Rapporto elenca così una serie di interventi che disegnano una strategia ad ampio raggio: per quanto concerne la prevenzione – che oggi riceve il 4,4% della spesa sanitaria pubblica e dovrebbe invece beneficiare di un 1% in più – spiccano tra le proposte il sostegno alla ricerca e sviluppo di farmaci e vaccini, la riduzione dei fattori di rischio modificabili, il rafforzamento del ruolo delle cure primarie in generale e della medicina generale in particolare nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie «attraverso la definizione di percorsi individuali di prevenzione e presa in carico dei pazienti», il miglioramento del sistema di programmazione degli interventi e quello per il monitoraggio dei risultati delle campagne vaccinali e di screening. Per quanto concerne l’innovazione, invece, tra gli interventi troviamo il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale attraverso Pdta condivisi, l’organizzazione a livello regionale di percorsi di presa in carico delle persone fragili, con patologie croniche e non autosufficienti, il sostegno alla ricerca clinica e all’innovazione, la riforma della governance sulla spesa farmaceutica con l’adozione di «un approccio olistico e value based».
Su quest’ultimo tema, in particolare, il suggerimento di Meridiano Sanità è quello di «correggere gli effetti distorsivi del sistema del payback» (ossia il ripiano degli sfondamenti sulla spesa ospedaliera a carico delle azinde) anche con l’adozione di «un meccanismo di compensazione dei tetti applicato sia a livello centrale sia a livello regionale, con l’obiettivo di preservare le risorse destinate ai farmaci». In altri termini, la proposta è quella di fare in modo che gli avanzi eventualmente generati dalla spesa convenzionata (tetto 7,96%) possano essere trasferiti sulla spesa per acquisti diretti (ospedaliera più dd-dpc, tetto 6,89%) in modo da annullare o ridurre gli sfondamenti di quest’ultima. Al contempo, continua il Rapporto, andrebbero adottate misure che premino l’innovazione farmaceutica: per esempio, si potrebbe ricorrere a un sistema di definizione dei prezzi «che tenga in considerazione sia l’innovatività terapeutica sia i costi evitati per il sistema sanitario», più (nel medio termine) i vantaggi derivanti per il sistema sociale e previdenziale». La parola ora passa alla politica.