Non è piaciuto, ai medici di famiglia della Fimmg, l’intervento del sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, alla presentazione del nuovo Rapporto Osmed sull’uso dei medicinali in Italia, ospitata l’altro ieri nella sede dell’Aifa. Commentando i dati sulla spesa farmaceutica, il pentastellato aveva parlato della necessità di «ottimizzare il modo di prescrivere dei mmg» e di introdurre «incentivi per ottenere performance ottimali di corretta prescrizione anche dal punto di vista finanziario».
Il giorno dopo, la replica del sindacato della mg, affidata a un comunicato ufficiale: «L’uso appropriato dei farmaci può determinare risparmi per il Ssn» scrive Roberto Venesia, coordinatore dell’Area farmaco di Fimmg, presente all’incontro in Aifa «ma dobbiamo intenderci sul concetto di appropriatezza: per un medico significa il farmaco giusto al paziente giusto per il tempo necessario. Purtroppo, il concetto di appropriatezza che invece scaturisce dalle parole del sottosegretario, sembrerebbe rendere giusto soltanto ciò che è economicamente sostenibile».
Poco gradite anche le riflessioni del sottosegretario sull’asimmetria informativa che grava sui medici di famiglia, «bombardati» dagli informatori farmaceutici delle aziende. «Non abbiamo bisogno di ulteriori informazioni» è la replica del segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti «semmai bisognerebbe utilizzare le informazioni da noi prodotte per pesare i dati dell’Osmed non solo su confronti macro, ma piuttosto su dati che si avvicinano alla tanto declamata personalizzazione delle cure. Dove incidono anche fattori socioeconomici e culturali, fattori che differenziano l’impatto di malattie e terapie a seconda dell’indice di deprivazione materiale e sociale dell’area esaminata. Questo, a meno che non sia cambiato qualcosa e che magari ora con la locuzione “prescrizione appropriata” non si debba intendere solo come ridurre la spesa prescindendo dal risultato».
La Fimmg, dunque, considera incomprensibili le dichiarazioni del sottosegretario, «soprattutto dopo l’incontro con il ministro della Salute Giulia Grillo, che ha avviato un confronto per ottimizzare sì la medicina generale, ma fornendole personale e supporto per investimenti in diagnostica, non per una azione rieducativa professionale».