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Rapporto Osmed sugli antibiotici, permane uso inappropriato

18 Giugno 2024

Nel 2022 è stato prescritto almeno un antibiotico a più di tre italiani su dieci, che diventano sei su dieci tra gli over 85. Quasi il 90% del consumo di antibiotici a carico del Ssn è erogato in regime di assistenza convenzionata e consumi maggiori si riscontrano per gli uomini nelle fasce d’età estreme, per le donne tra i 20 e i 69 anni. Sono alcuni dei dati provenienti dal Rapporto 2022 sull’uso degli antibiotici in Italia, a cura dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed) dell’Aifa.

Il Rapporto analizza i consumi in regime Ssn (convenzionato e ospedaliero) nonché gli acquisti in regime privato di fascia A, il consumo degli antibiotici non sistemici e gli indicatori di appropriatezza prescrittiva nell’ambito della medicina generale e della veterinaria.

Per quanto concerne la convenzionata, in particolare, dopo il calo del 2020-2021 si assiste nel 2022 a un importante incremento dei consumi di antibiotici (+25%) che si prolunga anche nel primo semestre 2023. Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia tra 2 e 5 anni, in cui circa 1 bambino su 2 riceve almeno una prescrizione di antibiotici.

A fronte di un consumo complessivo a livello nazionale di 21,2 ddd ogni mille abitanti, anche nel 2022 sussistono differenze rilevanti tra regioni e aree geografiche, con livelli di consumo superiori al Sud rispetto al Nord (24,4 vs 18,7 ddd/1000 abitanti). Al Sud, in particolare, si rileva una spesa doppia rispetto al Nord (19,1 vs 13,3 euro pro capite) determinata da un maggior consumo di antibiotici e da un ricorso a farmaci più costosi. Nell’ambito dell’assistenza convenzionata, il costo medio per ddd è pari a 1,90 euro nel Mezzogiorno, mentre al Nord è di 1,58 euro (1,75 euro la media nazionale).

Le associazioni di penicilline, compresi gli inibitori delle beta-lattamasi, si confermano anche nel 2022 gli antibiotici più utilizzati a livello nazionale (circa il 36% dei consumi totali), così come continua a peggiorare il rapporto tra consumo di antibiotici ad ampio spettro e consumo di antibiotici a spettro ristretto, che passa dall’11 del 2019 al 13,6 del 2022. In altre parole, in Italia permane un importante ricorso a molecole che hanno un maggiore impatto sulle resistenze antibiotiche, con valori più elevati rispetto agli altri Paesi Europei (13 vs 4).

La quota di antibiotici Access considerati di prima scelta (46% dei consumi a carico del SSN) rimane al di sotto del target (60%) raccomandato dall’Oms. Anche in ambito ospedaliero, infine, si registra un aumento della proporzione del consumo di antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea sul totale dei consumi del canale distributivo, collocando l’Italia ben al di sopra della media europea (53,9% vs 37,6%).