Non viola il principio della libera concorrenza il decreto del Mef del primo dicembre 2022 che apre alle parafarmacie le funzionalità del Sac per l’invio dei dati «nel solo caso in cui l’assistito presenti una ricetta recante esclusivamente farmaci Sop». E questo perché «a seguito delle modifiche tecniche in vigore dal 18 gennaio 2023, il sistema informatico di gestione delle Reb (ricette elettroniche bianche, ndr) non consente più al medico prescrittore la possibilità di emettere ricette “miste”», cioè contenenti farmaci con e senza obbligo di prescrizione.
È quanto recita la sentenza, pubblicata ieri, con cui il Consiglio di Stato ha posto la parola fine asl contenzioso aperto poco più di un anno fa dalle parafarmacie riguardo all’accessibilità al sistema Sogei da parte degli esercizi di vicinato per la spedizione delle ricette bianche dem. La vicenda, come si ricorderà, si apre nel maggio 2022 con la diffida che alcune parafarmacie inviano al Mef perché fosse consentito loro di accedere al portale Reb. A fronte del silenzio opposto dal dicastero, scatta un ricorso al Tar Lazio che nel novembre successivo viene accolto: poiché, dicono i giudici, il medico può «altresì inserire nella ricetta digitale (bianca, ndr) i farmaci cosiddetti Sop e Otc, alla cui vendita sono autorizzate anche le parafarmacie in forza dell’articolo 5, comma 1, del decreto legge 223/2006», è illegittimo che le stesse «non siano collegate al sistema telematico che consente la lettura del promemoria Reb».
Il Tar, di conseguenza, impone al ministero dell’Economia e delle finanze e a quello della Salute di «assicurare che il processo di dematerializzazione delle ricette mediche cartacee avvenga senza discriminazioni nei confronti dei vari operatori economici che commercializzano i prodotti sanitari».
Nel dicembre successivo i due dicasteri recepiscono la sentenza con un decreto che autorizza il Sac a rendere disponibili «le funzionalità per l’invio dei dati» alla parafarmacia che spedisce una ricetta dem «recante esclusivamente farmaci non soggetti a prescrizione medica». La disposizione si completa il 18 gennaio con l’attuazione di alcune modifiche tecniche al sistema informatico di gestione delle reb che «non consentono più al medico prescrittore la possibilità di emettere ricette bianche “miste”», cioè con farmaci etici e sop assieme.
La soluzione però non piace alle parafarmacie, che ricorrono nuovamente al Tar accusando i Ministeri di «elusione» del giudicato, ossia la sentenza del novembre 2022. Nel maggio scorso, però, il Tribunale dà loro torto e la sentenza di ieri del Consiglio di Stato conferma l’orientamento: «L’obbligo conformativo imposto dalla sentenza (del novembre 2022, ndr) consisteva nell’assicurare l’accesso delle parafarmacie al portale Gestione Reb del Sistema Ts per quanto concerne la lettura delle Reb e l’erogazione dei relativi servizi, al fine di non discriminarle (rispetto alle farmacie)». La soluzione adottata da Mef e Salute, dunque, «non vìola o elude il giudicato, in quanto atteneva all’accesso al sistema telematico di gestione delle ricette, che è stato garantito dalle Amministrazioni nei limiti dei prodotti che le parafarmacie possono somministrare, cioè i farmaci non soggetti a prescrizione». Di conseguenza, «devono escludersi violazioni del principio della libera concorrenza, rimanendo il paziente/consumatore libero di recarsi presso una farmacia o una parafarmacia per acquistare farmaci non soggetti a prescrizione medica».