C’è anche la Sanità tra le sei “macro-aree” in cui si concentreranno i progetti che l’Italia presenterà a Bruxelles tra gennaio e aprile per ottenere i finanziamenti del Recovery fund (noto anche come Next generation). E’ quanto traspare, secondo le anticipazioni della stampa, dalla bozza delle linee guida che oggi verranno valutate a Palazzo Chigi dal Comitato interministeriale per gli affari europei, presieduto dal premier Giuseppe Conte.
La bozza non elenca i singoli progetti, ma si limita a perimetrare le aree dove il Governo intende concentrare gli interventi da finanziare con i fondi europei. In testa spicca la digitalizzazione, che comprende l’informatizzazione della pubblica amministrazione, il completamento della rete nazionale in fibra ottica e lo sviluppo del 5G. Quindi le infrastrutture, con l’allargamento della rete ferroviaria per l’alta velocità e delle linee autostradali, più gli investimenti nella mobilità urbana sostenibile. Quindi l’istruzione, dove si prevede un’altra massiccia campagna di digitalizzazioni, con il cablaggio in fibra ottica delle università.
Per quanto concerne la Sanità, invece, gli obiettivi enucleati dalla bozza del governo comprendono il rafforzamento del sistema ospedaliero, il sostegno alla ricerca, immunologica e farmaceutica, e la digitalizzazione dell’assistenza medica. Secondo un articolo di Quotidiano Sanità, in particolare, alla Sanità dovrebbero andare finanziamenti per 68 miliardi di euro, che serviranno a integrare la rete dell’assistenza territoriale con quella ospedaliera e dell’emergenza-urgenza. L’obiettivo, infatti, è quello di strutturare organizzativamente e tecnologicamente il territorio perché possa garantire davvero la presa in carico della domiciliarità.
I progetti, così, dovrebbero comprendere la ristrutturazione della medicina di famiglia in «Case di comunità» dove i mmg collaboreranno con le altre figure professionali per la continuità assistenziale e la presa in carico delle cronicità. Massiccio ricorso al digitale, al teleconsulto e alla telemedicina per l’assistenza domiciliare, che diventerà di fatto un’alternativa al ricovero ospedaliero. Secondo quanto scrive Quotidiano sanità, previsto anche un ruolo per la Farmacia dei servizi.