La Commissione Ue ha autorizzato ieri la commercializzazione in Europa di remdesivir per il trattamento della polmonite da covid-19 nei pazienti sotto ossigeno dai 12 anni di età. La decisione era stata raccomandata la settimana scorsa dal Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, sulla base di un dossier che citava i primi risultati dello studio Niaid-Actt-1, sponsorizzato dall’Istituto di allergie e malattie infettive degli Usa, e dati di supporto provenienti da altri trial clinici. Secondo tali evidenze, in sintesi, i malati che ricevono remdesivir hanno un tempo di recupero del 31% più veloce rispetto ai pazienti trattati con placebo.
Secondo quanto riferito da alcune agenzie di stampa internazionali, l’Unione europea avrebbe già avviato una trattativa con il produttore del remdesivir, Gilead Sciences, per assicurarsi quantitativi adeguati del farmaco. Come si ricorderà, nei giorni scorsi il governo degli Stati Uniti aveva raggiunto un accordo con l’azienda per la fornitura di dosi con cui coprire oltre 500mila trattamenti, l’equivalente dell’intera produzione di luglio di remdesivir e il 90% della produzione di agosto e settembre.
Secondo alcune fonti di stampa, il governo americano avrebbe strappato all’azienda un prezzo di acquisto pari a 2.340 dollari per trattamento (della durata di cinque giorni). Alle assicurazioni sanitarie, invece, sarebbe stato offerto un prezzo superiore di circa un terzo. Per i Paesi poveri, invece, Gilead avrebbe in programma la produzione di una versione generica più economica.