Potrebbe essere prorogata l’ordinanza della Protezione civile che, per tutto il periodo dell’emergenza, ha consentito ai medici di famiglia di inviare ai pazienti il numero identificativo della ricetta elettronica (nre) via mail o tramite sistemi di messaggistica come sms o Whatsapp. L’annuncio arriva dalla Fimmg, che in una nota diffusa ieri ha spiegato di esser al lavoro con il ministero della Salute «affinché dal primo aprile non salti un sistema che ha permesso la vera dematerializzazione della ricetta Ssn».
Il riferimento è, appunto, all’ordinanza della Protezione civile del marzo 2020, che autorizzava l’invio del solo nre tramite sms, Whatsapp o altre piattaforme di messaggistica, oppure a voce, per telefono. Il provvedimento, collegato allo stato di emergenza pandemica, cesserebbe da domani ogni efficacia e quindi verrebbe ripristinato lo “status quo ante”: non basterebbe più l’invio del solo nre ma andrebbe spedito l’intero promemoria, allegato a un messaggio mail/sms o tramite caricamento sul Fascicolo sanitario elettronico del paziente (come in Emilia Romagna, Lombardia o Puglia, per esempio). Oppure ancora, si dovrebbe andare di persona dal medico e ritirare il modulo cartaceo.
«In sostanza» riassume Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg «si ritorna alla stampa di milioni di promemoria al giorno, costringendo i pazienti a lunghe attese negli studi e i medici a sottrarre tempo alle visite dirette». Di qui i contatti con il ministro Speranza, nel quale – scrive ancora la Fimmg – «abbiamo trovato ancora una volta grande sensibilità politica».
Grazie all’interessamento del Ministero, così, dovrebbe essere emessa a breve una nuova ordinanza della Protezione Civile, che dovrebbe tenere in vita le attuali procedure sulla prescrizione elettronica. «Tutto questo in attesa dell’attuazione dei sistemi previsti a regime dalle norme vigenti e connessi all’implementazione del fascicolo sanitario elettronico» conclude la Fimmg «grazie ai quali i cittadini potranno scaricare le prescrizioni dei medici di famiglia direttamente in farmacia attraverso la tessera sanitaria (possibilità oggi disponibile solo in poche regioni d’Italia)».