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Saitta (Regioni): sanità torni al centro del dibattito politico nazionale

19 Marzo 2019

«E’ necessario che la sanità torni al centro dell’agenda politica nazionale». Lo ha detto ieri il coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta, parlando delle ricadute sul sistema di Quota 100, la riforma previdenziale voluta dal Governo. «Per la sanità ha effetti molto negativi» osserva «i medici vanno in pensione ma c’è carenza di nuove leve. Si doveva pensare prima a creare un sistema di salvaguardia. Puoi anche dare il reddito di cittadinanza ma se il sistema sanitario pubblico non funziona, non ci fai niente e non hai protezione». Per Saitta, dunque, «è ora di uscire dalla fase delle celebrazioni e guardare con realismo ai problemi: innanzitutto la mancanza di personale, e poi la necessità di garantire servizi uniformi in tutto il Paese».

Il Servizio sanitario nazionale, ha continuato, non si difende «con le dichiarazioni di principio ma con le scelte che si compiono. Occorre qualcosa di più di qualche piccola manutenzione, il sistema si governa con il coraggio di decisioni che sul momento possono anche apparire impopolari». Benché sottofinanziato rispetto a quello di altri Paesi europei, il sistema sanitario «funziona e non merita discredito, anche se i cittadini a volte non si rendono conto del suo valore. E’ un sistema che va difeso, anche dalle spinte che lo portano a scivolare verso qualcosa di diverso». Tuttavia, il dibattito politico in corso non vede al centro la sanità. «Come Regioni abbiamo avviato la discussione su un grande Patto per la salute e abbiamo chiesto di provare a concludere un “pre-accordo” sul finanziamento del sistema sanitario, che negli ultimi anni ha risparmiato risorse per sei miliardi e ha dato un grande contributo al riequilibro economico dell’Italia».

Contro Quota 100 si è espresso ieri anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: «E’ un pericolo reale, rischiamo di avere le corsie degli ospedali sguarnite» ha detto «le decisioni prese con Quota 100 sono irresponsabili. Se privi un sistema sanitario di 100 primari, di certo non li sostituisci in due mesi».