Garantire la presenza costante di medici di famiglia nelle Case di comunità è una delle priorità del Ministro della Salute, Orazio Schillaci. «Vogliamo che gli assistiti trovino sempre un medico disponibile, almeno nelle ore diurne, sette giorni su sette», ha dichiarato in un’intervista al quotidiano torinese La Stampa. Una visione che punta a migliorare l’assistenza territoriale e che interessa da vicino anche le farmacie, attori fondamentali nella rete sanitaria locale.
Schillaci ha evidenziato come le Case di comunità rappresentino un pilastro della riforma dell’assistenza territoriale, pensata per rispondere in modo efficace alle esigenze sanitarie dei cittadini senza sovraccaricare gli ospedali. «Queste strutture garantiranno una presa in carico completa, riducendo il ricorso inappropriato ai Pronto Soccorso», ha spiegato. Per i pazienti cronici o dimessi dagli ospedali, gli Ospedali di comunità offriranno invece un supporto intermedio prima del ritorno a casa.
Il progetto prevede anche un aggiornamento della formazione per i medici di famiglia, che passerebbero dai corsi regionali a una vera e propria specializzazione universitaria, in linea con i modelli di altri Paesi europei. Questo cambiamento, secondo il ministro, servirà a valorizzare la professionalità dei medici e a renderli parte integrante di un sistema sanitario più moderno e integrato.
Schillaci ha risposto alle critiche dei sindacati che temono la perdita del rapporto fiduciario tra medico e paziente. «Questo rapporto non verrà meno», ha assicurato. «Il cittadino manterrà il proprio medico di fiducia, ma in caso di bisogno potrà trovare un altro medico nelle Case di comunità, che avrà accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico per garantire una presa in carico appropriata». La prospettiva di trasferire i medici di famiglia sotto la dipendenza delle Asl resta aperta, anche se Schillaci non si è sbilanciato sull’argomento. Tuttavia, le Regioni confermano che questa opzione potrebbe essere presa in considerazione almeno per i medici più giovani.
Un altro tema centrale per il ministro è la riduzione delle liste d’attesa, una delle criticità più sentite dai cittadini. Schillaci ha precisato che il Ministero ha già inviato tre decreti attuativi alla Conferenza Stato-Regioni, con l’obiettivo di accelerare i tempi. Inoltre, è in arrivo una piattaforma digitale per monitorare i tempi di attesa a livello di singola ASL, identificando così le aree più problematiche. Per contrastare i ritardi, il ministro insiste anche sulla responsabilizzazione dei cittadini: «Il 20% degli assistiti non si presenta agli appuntamenti. Se non si disdice una prenotazione, si dovrà pagare il ticket». Questo sistema, spiega, non è punitivo, ma mira a salvaguardare un bene prezioso come il Servizio sanitario nazionale.
Schillaci guarda con ottimismo al futuro, puntando sul completamento del Pnrr e sulla riforma della medicina territoriale per rendere più attrattivo il settore pubblico. «La digitalizzazione e una migliore integrazione tra ospedali e territorio saranno fondamentali per offrire un’assistenza sanitaria più efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini», ha concluso.