L’autonomia differenziata non compromette la tutela della salute quale «diritto e prerogativa di cittadinanza, così come declinato attraverso i Lea». Lo ha detto ieri il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo a un’interrogazione del Pd: la riforma Calderoli, ha spiegato il Ministro, «rappresenta un potenziamento della facoltà delle Regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto dei Lea, secondo le condizioni previste nell’articolo 116 della Costituzione».
I Lea costituiscono in questa materia esplicazione della funzione di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione”. Così il Ministro della Salute, Orazio Schillaci rispondendo ad un’interrogazione sul divario Nord-Sud.
Il dicastero, ha continuato, «è impegnato in via prioritaria a restituire ai cittadini un equo accesso alle cure per l’uniforme fruizione dei Lea in tutto il territorio nazionale e da parte di tutti i cittadini, cosa che negli anni passati non è sempre stata pienamente garantita. Questo obiettivo strategico viene conseguito rinforzando da un punto di vista della dotazione finanziaria il nostro sistema, ma anche adeguando il rapporto tra Stato e Regioni. Per questo adotteremo un modello di programmazione centrato sullo strumento del Piano sanitario nazionale, che testimonia la volontà di passare da una governance pattizia (il Patto per la salute, ndr) a una reale governance condivisa in cui Stato e Regioni si prendono responsabilità verso tutti i cittadini».
Il Piano sanitario nazionale, ha specificato Schillaci, «non è un esercizio di stile, intende segnare un cambio di passo nelle relazioni tra livello centrale e regionale. Il cambiamento è reso possibile anche dalla capacità di utilizzare dati sempre più integrabili grazie all’investimento tecnologico dell’ecosistema dei dati sanitari. Questo permetterà di comprendere veramente il fabbisogno di salute, con un modello nazionale di classificazione e stratificazione dei bisogni, il relativo fabbisogno finanziario e di valutare le reali performance dei sistemi regionali».