Per contrastare indisponibilità e tensioni negli approvvigionamenti farmaceutici sono allo studio misure che comprendono «una revisione dell’impianto della lista Aifa dei farmaci carenti» e «iniziative formative e informative promosse d’intesa con tutta la rete, che aiutino ad aumentare l’accesso agli strumenti già disponibili (equivalenti, galenica, importazione)». Inoltre, sono stati proposti «interventi strutturali sul tema dei costi indotti dalla tensione internazionale, tra i quali la rivalutazione dei prezzi dei farmaci al di sotto della soglia dei 5 euro, che più rischiano di perdere remuneratività». Sono alcuni dei passaggi chiave della relazione con cui ieri il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha informato la commissione Affari sociali della Camera sul problema dei farmaci mancanti.
«Il tema “carenza” non costituisce un argomento nuovo» ha ricordato innanzitutto il Ministro «ma un fenomeno che ricorre periodicamente, tanto che il legislatore nazionale aveva già introdotto specifiche misure per mitigarne gli effetti». Attualmente, in particolare, sono in corso «tensioni nell’approvvigionamento di alcuni medicinali specifici, fondamentalmente antiinfiammatori, antinfluenzali e antibiotici», le cui cause discendono da «una sovrapposizione di fenomeni di natura diversa: aumenti di costi legati alla situazione internazionale, picco di domanda per i farmaci “stagionali”, polarizzazione su poche molecole delle scelte terapeutiche proposte dai prescrittori per le malattie di stagione, coda delle difficoltà produttive legate alla pandemia da covide-19».
Queste tensioni, ha continuato Schillaci, «non sarebbero direttamente riconducibili alle “carenze di farmaci”, data l’ampia disponibilità di equivalenti sul mercato: ma il limitato ricorso a tali alternative fa sì che l’indisponibilità venga invece collegata alla vasta lista di “farmaci carenti” che Aifa pubblica da oltre 10 anni per supportare pazienti e operatori».
Questa lista, ha ribadito Schillaci, conta oltre tremila prodotti, quasi tutti con equivalenti sul mercato. «Pertanto, potremmo dire che a causa di una non appropriata informazione o di una “distorsione” mediatica, passa questo messaggio: mancano oltre 3.000 farmaci, antinfluenzali, ma anche antitumorali; il quadro corretto, invece, potrebbe essere così rappresentato: risultano nell’elenco Aifa oltre tremila farmaci tra carenti e in cessata commercializzazione, per i quali è quasi sempre possibile ricorrere a equivalenti, oppure all’importazione dall’estero o ancora alla preparazione galenica».
La comunicazione allarmistica sulle carenze di questi giorni, ha fatto poi notare il Ministro, «sta generando quella che tecnicamente si chiama “carenza di rimbalzo”: l’accaparramento del farmaco da parte dei pazienti, preoccupati di avere a disposizione una scorta di un prodotto che sembrerebbe “a rischio”; in tal modo, si rafforza il picco della domanda e si creano ulteriori tensioni nell’approvvigionamento».
Per ovviare al problema, ha spiegato il Ministro, «si è già valutato di procedere a una revisione dell’impianto della lista dei farmaci carenti, già discussa e concordata al Tavolo tecnico delle indisponibilità presso Aifa (istituito nel 2015, ndr) con gli attori interessati: si provvederà a espungere dalla lista principale tutti i farmaci di non significativa importanza». Questo Tavolo, ha rimarcato Schillaci, «è un riferimento a livello europeo, come testimoniato non solo dal ruolo svolto sui diversi tavoli comunitari, ma anche dall’attribuzione ad Aifa della guida della “Joint Action on Shortages”, principale progetto europeo sul tema, il cui kick off meeting è previsto per il prossimo febbraio».
Quanto alle tensioni negli approvvigionamenti, Schillaci ha ribadito la differenza che sussiste tra “carenze” e “indisponibilità”: «Le carenze produttive riguardano i casi in cui un’azienda titolare di Aic comunica l’impossibilità di rifornire il mercato italiano di quantitativi sufficienti di un farmaco: Aifa pubblica sul proprio sito il registro dei medicinali carenti, indicando anche le eventuali misure di tutela per i pazienti». Le indisponibilità, invece, si verificano quando un prodotto non risulta presente sul mercato a causa solitamente di distorsioni distributive, quindi non per carenza. Le segnalazioni relative vengono inviate dai pazienti e dalle farmacie alle Regioni, che possono poi informare il ministero della Salute e l’Aifa rispetto a situazioni ricorrenti sulle quali non sia stato possibile intervenire a livello locale».