Mancano ormai un paio di mesi soltanto al primo luglio, data dalla quale farmacie e imprese con un giro d’affari superiore ai 400mila euro dovranno inviare i corrispettivi per via telematica, e Confcommercio torna alla carica perché il Governo posticipi la scadenza. L’ultima richiesta risale alla settimana scorsa, quando rappresentanze degli operatori e tecnici del ministero dell’Economia si sono incontrati per fare il punto sul percorso di avvicinamento alla data fatidica. «Al tavolo» ha spiegato Vincenzo De Luca, responsabile fiscale di Confcommercio, al quotidiano economico ItaliaOggi «abbiamo riproposto la richiesta di una proroga dell’adempimento. Ci è stato risposto che valuteranno, ma allo studio ci sono anche soluzioni alternative che comunque saranno prese in tempi brevi».
Intanto, dovrebbe uscire a giorni il decreto dell’Economia che perimetra l’ambito applicativo delle nuove disposizioni (dal primo gennaio 2020 obbligatorie anche per le imprese del commercio con fatturato inferiore ai 400mila euro): l’orientamento, scrive ancora ItaliaOggi, è quello di esentare dall’invio telematico le stesse categorie le categorie elencate dall’articolo 2 del dpr 696/96, quindi tabaccai, notai, agenzie di viaggio, alcune categorie di ambulanti, trasporto pubblico eccetera. Ancora tutto da decidere, infine, il destino delle partite iva che hanno optato per il regime forfettario: poiché tali soggetti sono esclusi dall’obbligo della fatturazione elettronica, lo stesso trattamento dovrebbe valere anche per i corrispettivi ma occorre un chiarimento del Ministero. Il problema, in ogni caso, non è immediato perché questi contribuenti rimangono sicuramente al di sotto della soglia dei 400mila euro.