I medici di famiglia sono pronti a tornare in piazza non appena sarà finita l’emergenza sanitaria. Lo ha detto il segretario nazionale del sindacato più rappresentativo della categoria, Silvestro Scotti, alla presentazione di un’indagine che rivela l’insoddisfazione dei medici di famiglia per l’assetto delle cure primarie durante la pandemia. «Stiamo solo aspettando che venga revocata l’emergenza» ha detto Scotti «che in questi mesi ha frenato il confronto sindacale».
La ricerca, condotta tra il 24 maggio e il 7 giugno su un campione di oltre mille mmg, dice che l’84,7% dei curanti non si è sentito supportato e sostenuto dalle strutture sanitarie locali, il 62,1% dichiara di essere riuscito a seguire i pazienti dall’inizio della pandemia attraverso nuove forme di contatto come mail e chat e il 14, 5% afferma di non averli potuti seguire come avrebbe voluto per la mancanza di dispositivi di protezione individuale.
«Il senso di responsabilità rispetto a una situazione di emergenza – ha concluso Scotti – non poteva portare un sindacato istituzionale come la Fimmg a dire sempre quello che pensava. Il dato serio è che il 31 luglio finisce l’emergenza. Dunque, o si ritorna ad una normalità delle relazioni sindacali in cui i soggetti rappresentati vengono considerati o sarà guerra».