Strano ma vero, sembra contrariare gli infermieri molto più dei farmacisti il protocollo per la somministrazione dei farmaci in ambito scolastico che, di recente, hanno siglato a Roma i ministeri della Salute e dell’Istruzione. Tra i farmacisti, titolari e non, la notizia è passata nel silenzio, gli infermieri, invece, hanno reagito in ben altro modo: fa testo l’intervento del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che in un articolo pubblicato ieri sul proprio sito accusa senza mezzi termini il protocollo interministeriale di «abuso di professione».
Tra gli obiettivi del protocollo interministeriale, spiega il Nursind, c’è la formazione degli insegnanti «sulla somministrazione di alcuni farmaci per patologie specifiche che i giovani potrebbero dover assumere in ambiente scolastico», così come sull’erogazione da parte dei docenti di «assistenza medica e primo soccorso per migliorare la sicurezza a scuola». Peccato però, osserva il sindacato, che la somministrazione di farmaci prescritti è senza dubbio responsabilità specifica dell’Infermiere, come prescrive il dm 739/94 (all’articolo 1, comma 3, punto d, specifica il Nursind).
«In quanto funzione caratterizzante e complessa» prosegue l’articolo «la somministrazione di farmaci prescritti non può quindi essere attribuita a nessun’altra professione, pena la violazione dell’articolo 348 del Codice penale (esercizio abusivo di professione protetta)».
Poiché comunque il progetto sostenuto da Salute e Istruzione ha «nobili obiettivi», l’indicazione del sindacato è quella di fare riferimento alla figura dell’infermiere scolastico, «una realtà consolidata all’estero che in Italia fa invece fatica a decollare, tranne in qualche scuola virtuosa della Toscana». L’importanza di tale ruolo, prosegue il Nursind, è confermata dalla prima ricerca dell’Osservatorio civico della professione infermieristica, dalla quale risultava che l’84,04% degli italiani «riterrebbe utile avere un infermiere disponibile nei plessi scolastici».