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Spazio europeo dei dati sanitari, preoccupa comma su farmacie online

7 Marzo 2025

«Gli Stati membri provvedono affinché le farmacie operanti sul loro territorio, comprese le farmacie online, siano in grado di dispensare le prescrizioni elettroniche emesse in altri Stati membri». È senz’altro una delle disposizioni più “delicate” (almeno per le farmacie) tra quelle che detta il nuovo Regolamento Ue 2025/327 sullo Spazio europeo dei dati sanitari (Ehds), pubblicato il 5 marzo sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e in vigore dal 26 marzo prossimo. L’obiettivo del provvedimento è quello di creare una «infrastruttura centrale per la sanità digitale», chiamata LaMiaSalute@Ue (MyHealth@Eu), con cui migliorare l’accesso ai dati sanitari elettronici e favorire la condivisione sicura delle informazioni mediche tra gli Stati membri.

In altri termini, l’Ehds dovrebbe permettere ai cittadini europei di accedere ai propri dati sanitari personali in qualsiasi Stato dell’Unione si trovino, così come lo stesso dovrebbero poter fare medici e strutture sanitarie (farmacie incluse) che li assistono negli Stati diversi da quello di cittadinanza, ovviamente se l’interessato ha espresso il proprio consenso.

In sostanza, l’infrastruttura consentirà la condivisione delle informazioni tra i professionisti sanitari di tutta l’Ue per garantire continuità e qualità dell’assistenza. Per esempio, un italiano in viaggio in Francia che necessita di cure urgenti potrà fornire ai medici locali l’accesso immediato alla sua cartella clinica elettronica. Questo permetterà ai professionisti sanitari di conoscere eventuali allergie, patologie preesistenti o terapie in corso, evitando errori medici e garantendo un trattamento rapido ed efficace.

Le farmacie sono esplicitamente annoverate tra i soggetti coinvolti: «Gli Stati membri» si legge nelle considerazioni preliminari del Regolamento «dovrebbero essere tenuti ad aderire a LaMiaSalute@Ue, rispettarne le specifiche tecniche e provvedere al collegamento dei prestatori di assistenza sanitaria, comprese le farmacie». E ancora: «Gli organismi responsabili dell’accesso ai dati sanitari dovrebbero sostenere i titolari dei dati sanitari che sono piccole imprese ai sensi della raccomandazione 2003/361/Ce, in particolare i medici e le farmacie».

Il coinvolgimento delle farmacie è ovviamente legato all’esigenza di assicurare la continuità dell’assistenza farmaceutica ai cittadini europei che si trovano in un Paese Ue diverso dal loro. «Gli Stati membri» precisa il Regolamento all’articolo 23 «provvedono affinché le farmacie operanti sul loro territorio siano in grado di dispensare, alle condizioni di cui all’articolo 11 della direttiva 2011/24/Ue, le prescrizioni elettroniche emesse in altri Stati membri». E ancora: «Le farmacie accedono alle prescrizioni elettroniche loro trasmesse da altri Stati membri e le accettano tramite LaMiaSalute@Ue. In seguito alla dispensazione di medicinali sulla base di una prescrizione elettronica proveniente da un altro Stato membro, le farmacie segnalano tramite LaMiaSalute@UE (MyHealth@EU) tale dispensazione al punto di contatto nazionale per la sanità digitale dello Stato membro in cui è stata emessa la prescrizione».

Tra le farmacie, come detto, vanno annoverate anche le farmacie online, a patto ovviamente che nel Paese dove viene spedita la ricetta siano autorizzate a dispensare farmaci con obbligo di prescrizione. L’articolo 11 della direttiva 2011/24/Ue citato dal Regolamento è d’altronde chiaro: «Gli Stati membri, per un medicinale la cui immissione in commercio è autorizzata sul loro territorio, garantiscono che le prescrizioni rilasciate in un altro Stato membro a un determinato paziente possano essere dispensate conformemente alla legislazione nazionale in vigore. Essi vietano altresì qualsiasi limitazione al riconoscimento delle prescrizioni (rilasciate in un altro Paese Ue, ndr), salvo che tali restrizioni siano circoscritte a quanto necessario e proporzionate a tutelare la salute umana o fondate su dubbi legittimi e giustificati circa l’autenticità, il contenuto o la comprensibilità di una singola prescrizione». In altri termini, i Paesi Ue non possono negare la spedizione di ricette provenienti da altri Stati dell’Unione, sempre che il farmaco prescritto sia autorizzato sul loro territorio nazionale.

Il problema però è che, per definizione, l’online non ha frontiere: che cosa impedirà allora a un cittadino italiano di rivolgersi a una farmacia online all’estero anche quando è nel suo Paese per farle arrivare una ricetta tramite LaMiaSalute@UE? Per ora è soltanto un interrogativo, quando l’Italia aderirà materialmente all’infrastruttura europea (l’altro ieri è uscito sulla Gazzetta ufficiale italiana il decreto che istituisce l’Ecosistema nazionale dei dati sanitari) sarà più chiaro quali saranno gli accorgimenti adottati per evitare che LaMiaSalute@UE finisca per diventare un aggiramento delle norme nazionali sull’online farmaceutico.