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Speranza: due miliardi in più all’anno per il Fondo sanitario. Si riduce il deficit

21 Ottobre 2021

Il Fondo sanitario nazionale, la “dote” che il Governo assegna annualmente al Ssn per finanziare l’assistenza pubblica, crescerà tra il 2021 e il 2024 di due miliardi all’anno. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, citando uno dei passaggi salienti del Documento programmatico di bilancio, il testo che “prepara” la Manovra finanziaria del prossimo anno e che ora è in viaggio per Bruxelles dove verrà esaminato dalla Commissione Ue. «Quando sono diventato ministro della Salute» ha scritto Speranza sul suo profilo Facebook «il Fondo sanitario nazionale valeva circa 114 miliardi. Oggi siamo arrivati a 122 miliardi, con una crescita in pochi mesi che non si era mai vista prima. Ora confermiamo gli investimenti fatti che diventano permanenti e ci impegniamo ad accrescere ancora il fondo di 2 miliardi nel 2022, di 4 nel 2023 e di 6 nel 2024 quando si arriverà a 128 miliardi complessivi. La stagione dei tagli è definitivamente chiusa. La forza del nostro Servizio sanitario nazionale è la premessa per la ripartenza dell’Italia».

La notizia positiva è che il rifinanziamento ridurrà il deficit con cui deve fare i conti il Ssn a causa delle spese straordinarie sostenute per la pandemia: secondo i dati aggiornati del Documento di economia e finanza, infatti, la spesa sanitaria ha sfiorato nel 2020 i 123,5 miliardi di euro (per un’eccedenza di 2,6 miliardi sul Fondo sanitario), nel 2021 supererà i 129 miliardi (sette in più sul budget) e nel 2022 si fermerà a 125,7 miliardi (quasi in linea con il Fondo sanitario, a 124 miliardi). Sono previste invece risorse in avanzo per il 2023 e 2024, quando la spesa stimata arriverà a 123,5 e 124,4 miliardi rispettivamente a fronte di una dote di 126 e 128 miliardi (vedi sotto).

 

Fondo sanitario nazionale, previsioni e stanziamenti programmati (in mln) 

  2021 2022 2023 2024
Spesa Ssn* 129.449 125.708 123.554 124.428
Fsn 122.000 124.000 126.000 128.000

(*) Stima dalla Nota di aggiornamento del Def

 

Intanto l’annuncio di Speranza è stato accolto con soddisfazione dalle principali organizzazioni sindacali e professionali della Sanità, che hanno subito presentato la lista della spesa: «La crescita progressiva del Fondo sanitario è una boccata d’ossigeno per il sistema» commenta il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli «il nostro auspicio è che le risorse siano ora impiegate per una vera riforma del Servizio sanitario nazionale, che valorizzi il personale e che colmi le disuguaglianze di salute che affliggono il nostro Paese».

«Finalmente si torna a investire nella sanità pubblica» dichiara Giovanni Migliore, presidente della Fiaso (l’associazione che rappresenta Asl e aziende ospedaliere) «grazie all’aumento del fondo le aziende sanitarie e ospedaliere potranno finalmente trovare una risposta alla carenza di medici e infermieri che da troppo tempo affligge il nostro sistema sanitario. Questo significa anche poter puntare sulla prevenzione, che costituisce il fulcro e la piena realizzazione del diritto alla salute, spesso lasciata indietro per inseguire l’emergenza».

«Bene l’incremento del Fondo sanitario nazionale» osservano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl «ora queste risorse siano vincolate a un piano straordinario di assunzioni e al potenziamento degli organici in Sanità, insieme alla stabilizzazione di tutti i precari Covid. Si tratta infatti di risorse di parte corrente che possono essere usate dalle aziende per implementare l’occupazione, visto che, parallelamente, gli stanziamenti previsti dal Pnrr saranno utilizzati per potenziare l’offerta e l’organizzazione sanitaria territoriale».

Soddisfazione anche dal mondo della farmacia del territorio. «La misura ha certamente una portata storica» commenta Federfarma in una nota «siamo certi che nell’ambito dei criteri di riparto del Fondo sanitario verrà riservata la massima attenzione alla spesa farmaceutica e, al suo interno, all’ulteriore valorizzazione del ruolo svolto dalle farmacie italiane quali presidi sanitari sul territorio». «Come dimostrato dalla crisi pandemica» rimarca dal canto suo la Fofi «un servizio sanitario forte, inclusivo, e presente in tutte le aree del Paese è una conquista irrinunciabile e un pilastro del benessere della collettività, della coesione sociale e dell’economia. Occorrono risorse per stabilizzare il ruolo della farmacia dei servizi come presidio di prossimità e attuare la riforma della remunerazione, così come per potenziare il ruolo dei farmacisti ospedalieri, aumentando le assunzioni e prevedendo per gli specializzandi in farmacia ospedaliera lo stesso trattamento economico e previdenziale previsto per quelli di area medica».