Arriva il via libera della Conferenza Stato-Regioni sul riparto del Fondo sanitario per il 2018 e sulla suddivisione delle quote vincolate agli obiettivi di Piano, ossia i finanziamenti per i progetti che discendono dal Piano sanitario vigente. Nessuna sorpresa rispetto alle anticipazioni fornite da FPress il 31 luglio: la dotazione assegnata alla spesa farmaceutica territoriale (cioè convenzionata più diretta-dpc) ammonta a più di 12,7 miliardi di euro, ossia l’11,64% del Fondo sanitario indistinto. Tra le quote vincolate, invece, viene confermato lo stanziamento di 6 milioni di euro per il primo anno di sperimentazione della farmacia dei servizi, come previsto dall’articolo 1, comma 406, della legge 205/2017 (che destinava a nove Regioni “sperimentatrici” 36 milioni di euro, scaglionati sul triennio 2018-2020 ).
La somma, tuttavia, risulta «accantonata» assieme ad altri 113 milioni di euro destinati a progetti e interventi di vario genere. Come scrive Federfarma in una circolare diffusa ieri, c’è da attendere il decreto ministeriale che deve dettare perimetro e modalità di accesso alla sperimentazione. Il provvedimento, assicura il sindacato (che cita fonti del dicastero) sarebbe imminente, così come imminente parrebbe la «convocazione di un Tavolo, presenti il ministero della Salute, le Regioni e le categorie interessate, al quale saranno definiti i criteri della sperimentazione».
Si vedrà, intanto l’effetto “dejà vu” scatta inevitabile: è dalla primavera scorsa che il via libera alla sperimentazione della farmacia dei servizi viene dato per “imminente”. Come tutti ricorderanno, una bozza del decreto ministeriale era già stata messa sul tavolo delle Regioni nel marzo scorso; qualche rinvio e poi, ad aprile, il parere favorevole dei governatori ma ad alcune condizioni: la sperimentazione andrà aperta a tutte le Regioni anziché soltanto a nove, i fondi aggiuntivi andranno presi dalle quote per gli obiettivi di piano (le stesse da cui provengono i primi sei milioni) e tutti gli stanziamenti andranno ripartiti per popolazione pesata (la Manovra invece stanzia due milioni all’anno per ciascuna Regione, senza riguardi per le dimensioni demografiche di ognuna).
Il parere spinse diversi osservatori (tra i quali FPress) a ritenere che la partenza della sperimentazione avrebbe subito un considerevole ritardo: le variazioni imposte dalle Regioni avrebbero richiesto la riscrittura del decreto e, con ogni probabilità, anche una modifica della 205/2017 (la Manovra per il 2018). Federfarma contestò immediatamente – non c’è bisogno né di un nuovo decreto né, tantomeno, di un intervento legislativo, assicurò ai suoi il presidente Marco Cossolo – e pochi giorni dopo, a Cosmofarma, Nello Martini rinnovò lo stesso mantra: «Le Regioni possono partire fin da subito» disse «e non c’è bisogno di nuovi provvedimenti legislativi, perché i soldi sono loro e dunque possono utilizzarli come meglio credono».
Ora invece viene fuori che quelle previsioni erano corrette: le condizioni poste dai governatori richiedevano davvero la riscrittura del decreto ministeriale di attuazione, in attesa del quale nessuna Regione si è mossa. Il testo, assicura Federfarma, è in dirittura di arrivo. Ma resta l’incognita delle norme sulla sperimentazione dettate dalla 205/2017: chi dava per probabile la riscrittura del decreto, sosteneva che anche la legge avrebbe dovuto essere modificata. La Federazione nella sua circolare non ne fa cenno, di certo la questione è sul tavolo della Conferenza delle Regioni: come spiegò a FPress l’assessore alla Sanità della Lombardia, Giulio Gallera, l’ipotesi alla quale stava lavorando la commissione Salute delle Regioni era quella di ottenere dal Governo un «addendum» con cui evitare un nuovo percorso legislativo. Una Manovra, aveva detto, può essere modificata soltanto da un’altra Manovra e noi non possiamo aspettare quella per il 2019. Già, ma ormai siamo ad agosto e la Legge di Bilancio per il nuovo anno sarà presto in cantiere. «Imminente», direbbe forse Federfarma.