A quasi un anno di distanza, torna sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni di giovedì prossimo, 7 marzo, il decreto del ministero della Salute che ripartisce i 36 milioni stanziati dalla Manovra 2018 per la sperimentazione della farmacia dei servizi. Il testo è una versione riveduta e corretta della bozza che venne esaminata dalle Regioni nell’aprile dell’anno scorso e sulla quale espressero parere positivo ma con alcune richieste di modifica. Ne è risultato un esteso rimaneggiamento della ripartizione dei fondi. In origine, come recitava la Manovra, i 36 milioni avrebbero dovuto essere ripartiti equamente tra le nove Regioni che, a scaglioni, parteciperanno alla sperimentazione: due milioni ciascuna il primo anno a Lazio, Piemonte e Puglia (totale 6 milioni), due milioni il secondo anno allo stesso terzetto più Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia (totale 12), due milioni ancora il terzo anno alle sei regioni precedenti più Veneto, Umbria e Campania (totale 18 milioni, che fanno 36 sul triennio).
Alle Regioni però quei criteri non erano piaciuti e avevano chiesto che la ripartizione seguisse il criterio della quota capitaria, ossia la popolazione pesata. La nuova bozza di decreto recepisce tale orientamento e le cifre variano in modo considerevole: il Piemonte, per esempio, non recepisce più 6 milioni su tre anni ma poco più di 3,5; la Lombardia non riceve 6 milioni (sempre sul triennio) ma quasi otto; all’Umbria non vanno due milioni ma poco più di 720mila euro.
«L’erogazione delle risorse indicate» recita la bozza del ministero della Salute «sarà effettuata nel rispetto del cronoprogramma delle attività sperimentali che ogni Regione porrà in essere in coerenza con le indicazioni formulate dal Tavolo costituito con decreto del Direttore generale della programmazione sanitaria». Come anticipato agli Stati Generali di Federfarma del 28 febbraio dal presidente della Federazione, Marco Cossolo, la prima seduta del tavolo è programmata per il prossimo 20 marzo.