E’ in vigore da ieri la disposizione della Legge di bilancio per il 2020 che abolisce su tutto il territorio nazionale il superticket per le visite specialistiche e gli esami clinici. Lo ricorda in una nota il ministro della Salute, Roberto Speranza, che parla di «battaglia vinta» nell’interesse dei cittadini. «Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici» osserva in particolare Speranza «siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. E’ per questo che a dicembre abbiamo approvato la norma in vigore da oggi».
La disposizione contenuta nella Manovra finanziaria per quest’anno, in sintesi, abolisce la compartecipazione sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali per «perseguire una maggiore equità nell’accesso alle prestazioni sanitarie e superare il sistema eterogeneo determinatosi a livello regionale». Alcune Regioni, in effetti, avevano già rimosso o rivisto il superticket di propria iniziativa. La Lombardia, per esempio, ne aveva dimezzato l’importo due anni fa (da 30 a 15 euro) e nel marzo scorso ne ha disposto l’abolizione definitiva.
Con questo aggiornamento, c’è il rischio che l’attenzione generale si concentri ora su un altro balzello particolarmente oneroso per le famiglie italiane, il ticket sui farmaci equivalenti. Come ricordava un mese fa la Fondazione Gimbe, nel 2019 gli italiani hanno pagato di tasca propria per coprire la differenza tra quota di rimborso e farmaco dispensato più di un miliardo di euro, ossia i due terzi della compartecipazione complessiva alla spesa farmaceutica Ssn (1.581 milioni).