C’è anche la “riscoperta” del fumo e delle sigarette tra le ricadute sociali della pandemia. Lo rivela lo studio longitudinale condotto dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con l’Istituto Mario Negri e presentato ieri in occasione della Giornata mondiale senza tabacco: a maggio la prevalenza dei fumatori sulla popolazione italiana ammonta al 26,2%, oltre due punti in più rispetto a novembre (24%), ossia una differenza di circa un milione di individui. Inoltre non cala il numero dei giovani consumatori: tra i 14-17enni, uno su tre ha già provato il tabacco e quasi il 42% con la sigaretta elettronica.
L’indagine si divide in tre survey, condotte su un campione di 18-74 anni rappresentativo della popolazione italiana ed effettuate nel gennaio 2020 (pre lockdown), nell’aprile 2020 (pieno lockdown), nel novembre 2020 (parziale lockdown) e nel maggio 2021 (parziali riaperture).
I dati dicono che il 4,7% di non aveva mai fatto uso di tabacco è diventato fumatore ad aprile (durante il lockdown duro): in particolare, ha cominciato a consumare sigarette il 2,1% di chi non ha mai usato le e-cig e il 19,6% di chi prima usava le sigarette elettroniche; analogamente, è diventato fumatore il 3,2% di chi non ha mai usato prodotti a base di tabacco riscaldato (http) e il 19,3% di chi utilizzava Htp.
Consistenti anche le ricadute: il 17,2% di chi ad aprile era un ex fumatore di sigarette tradizionali a novembre risultava di nuovo fumatore. Dall’altro lato, il 14,6% degli individui che ad aprile erano fumatori di sigarette tradizionali, a novembre erano diventati ex fumatori. A maggio 2021, inoltre, la media delle sigarette fumate in un giorno è tornata quella che si registrava prima del lockdown, 10,8 (11,4 tra i maschi, 10,1 tra le femmine).
Tra i giovani, infine, il consumo occasionale o abituale di tabacco è più frequentemente associato a comportamenti non salutari: binge drinking, cannabis, nuove sostanze psicoattive. E se l’1% dei non fumatori ha dichiarato di bere fino a perdere il controllo tre o più volte nel corso del mese antecedente l’intervista, la quota sale a circa il 7% tra i fumatori occasionali o abituali di sigarette tradizionali e a circa il 9% tra i consumatori di sigarette elettroniche.