Sono poco più di 506mila i tamponi – antigenici e molecolari – effettuati in Italia ieri, primo giorno di applicazione della norma sul green pass obbligatorio per i lavoratori del settore pubblico e privato. Il dato arriva dal monitoraggio quotidiano del ministero della Salute e dà la misura dell’impegno che le disposizioni del Governo richiederanno a farmacie e laboratori: nonostante il forte incremento dei volumi rispetto a giovedì (quando erano stati effettuati poco meno di 325mila tamponi) siamo ancora lontani dal fabbisogno quotidiano stimato dagli esperti (Altems, nel suo ultimo covid report, parlava di 1,5 milioni di test al giorno).
Per questo motivo, la soluzione che si sta facendo largo a tra istituzioni e politica è quella di approfittare della disposizione sul green pass per cercare di convertire alla vaccinazione quanti più no-vax possibile tra coloro che da ieri devono sottoporsi a tampone ogni 48-72 ore. A calcare questa strada la Regione Liguria, che in un’ordinanza emanata l’altro ieri concede il tampone gratuito a chi decide di vaccinarsi (prima dose): in sostanza, per tutto il periodo che intercorre tra la somministrazione e il rilascio del green pass, l’assistito ha diritto all’antigenico gratuito rimborsato dalla Regione, in farmacia o negli hub vaccinali. «E’ una decisione che ricalca la norma decisa dal governo» commenta il presidente della Liguria, Giovanni Toti «una misura che vuole agevolare il comportamento virtuoso degli assistiti».
Intanto i dati della Liguria dimostrano che l’obbligo del green pass spinge positivamente sul tasso di copertura: giovedì sono state inoculate in tutta la regione 3.097 prime dosi, il giorno prima erano 2.731 e il 12 ottobre 2.146. E sui tamponi, arrivano da altre regioni numeri in crescita che forniscono la misura dell’impegno profuso dalle farmacie: in Lombardia, sono stati effettuati giovedì oltre 105mila test, 39mila in più rispetto al giorno prima.