Come un anno fa con le mascherine, anche sui tamponi antigenici scatta il calmieramento dei prezzi al pubblico attraverso un nuovo protocollo d’intesa tra Commissariato per l’emergenza covid e farmacie del territorio. Ad annunciarlo il decreto sul green pass approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che rende obbligatoria la certificazione verde (rilasciata alla prima dose vaccinale o dopo tampone negativo) per accedere a ristoranti, spettacoli, competizioni sportive, palestre, convegni e via a seguire.
La disposizione è affidata all’articolo 5 del decreto (almeno nella bozza anticipata ieri da Quotidiano Sanità): «Il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica covid-19» recita il testo «definisce d’intesa con il ministro della salute un protocollo d’intesa con le farmacie e con le altre strutture sanitarie, al fine di assicurare fino al 30 settembre 2021 la somministrazione di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-CoV2 a prezzi contenuti che tengano conto dei costi di acquisto».
L’obiettivo della disposizione, ovviamente, è quello di parificare tariffe che mostrano fortissime differenze da regione a regione, dato che finora la loro quantificazione è stata affidata ad accordi tra farmacie e amministrazioni locali (si va dai 25-30 euro del Piemonte ai 15 della Sicilia, mentre in altre come la Lombardia il prezzo è libero). E’ certo, poi, che il Governo si è mosso nella direzione di un calmieramento anche per la forte spinta impressa alla domanda dal meccanismo del green pass: come riporta Iqvia, in farmacia il mercato dei test covid ha totalizzato dall’inizio dell’anno un giro d’affari di quasi 45 milioni di euro, con una netta ripresa dei consumi a partire da giugno proprio per le certificazioni verdi.