Saranno almeno 55mila gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado – fascia di età 6-11 anni e 12-14 – da coinvolgere dalla campagna di tamponi salivari molecolari che Governo e Regioni si apprestano ad avviare nelle scuole di tutto il Paese per mappare la diffusione della pandemia. E alle farmacie del territorio si potrà «eventualmente» fare ricorso per la raccolta dei campioni da inviare all’analisi. Sono alcune delle indicazioni che arrivano dal documento che definisce l’assetto operativo del Piano di monitoraggio, approvato mercoledì scorso, 1 settembre, dalla Conferenza Stato-Regioni.
Coordinamento e implementazione del Piano, dice il testo, saranno affidati al Commissariato per l’emergenza covid e i tamponi verranno effettuati ogni 15 giorni, per un totale di 109mila test al mese. In particolare, «verrà stabilito un calendario di riferimento in cui ogni sessione comprenderà due settimane del calendario (per esempio, sessione 1 dal 13 al 26 settembre, sessione 2 dal 27 settembre al 10 ottobre). Questo permetterà alle Regioni di effettuare la raccolta dei campioni anche in giorni diversi della stessa sessione, evitando il sovraccarico dei laboratori».
Nella fase iniziale (i primi due mesi dopo l’avvio dell’anno scolastico), i tamponi potranno essere effettuati negli istituti di primo grado «con l’ausilio di personale sanitario individuato dalle Asl competenti o della Difesa». In seguito si «prediligerà» la modalità “auto-test”, al mattino appena svegli, al fine di «garantire maggiore comfort familiare e rispettare le modalità di raccolta (digiuno, prima di lavare i denti eccetera)».
Per assicurare a studenti e famiglie la necessaria confidenza con i dispositivi di raccolta, prosegue il documento operativo, sarà avviato uno specifico iter formativo «che potrebbe avvalersi dei referenti scolastici eventualmente coadiuvati da personale sanitario». Inoltre, le Regioni lo riterranno opportuno potranno “saltare” la fase di avviamento e far partire la campagna già con l’auto-raccolta dei campioni da parte dei genitori. «I campioni raccolti saranno etichettati con le generalità del soggetto (nome, cognome, data di nascita) e consegnati dal singolo alunno/familiare all’istituto di frequenza.
In alternativa, le Regioni potranno «identificare altri punti di raccolta, per esempio le aziende sanitarie o eventualmente le farmacie o altri punti di raccolta, nel quadro di una organizzazione auspicabilmente omogenea». Non a caso, nell’esprimere parere positivo i governatori hanno chiesto al Governo che la partecipazione delle farmacie alla campagna di monitoraggio fosse regolata da un protocollo nazionale, sulla falsariga di quanto accaduto per vaccini e antigenici a prezzo calmierato.
Il monitoraggio, infine, si baserà su una adesione informata e volontaria da parte dei genitori/tutori e la partecipazione degli alunni «non sarà in alcun modo vincolante per l’accesso alla scuola in presenza». La campagna, in altri termini, «sarà a tutti gli effetti un’azione di sanità pubblica, non assumerà le caratteristiche di altre sorveglianze e non costituirà requisito di accesso/esclusione dalle attività didattiche».