E’ legittima la decisione di differire da 21 a 35 giorni la somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer. L’ha deciso il Tar del Lazio con due sentenze con le quali ha respinto altrettanti ricorsi proposti da alcuni cittadini laziali. Oggetto dell’impugnativa la nota della Regione Lazio del 10 maggio scorso, adottata a sulla base della circolare del Ministero della salute che ha recepito il verbale della Commissione tecnico-scientifica del 30 aprile.
Nelle due sentenze, il Tar ha osservato che i provvedimenti impugnati avevano per finalità «ampliare il più possibile lo spettro dei soggetti da sottoporre a prima vaccinazione». Inoltre, pareri scientifici e indicazioni di alcuni organismi internazionali attestano che lo slittamento da tre a sei settimane della seconda dose (poi ridotte a 5 dalla Regione Lazio con la nota contestata) non recherebbe «particolare nocumento» alla popolazione da vaccinare. Basti considerare, osservano i giudici, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con proprie raccomandazioni, aveva già affermato nel gennaio scorso che l’intervallo tra le due dosi di Pfizer può essere esteso fino a 42 giorni «sulla base di dati e di fattori clinici attualmente disponibili», con l’obiettivo di ampliare al massimo il numero di soggetti da sottoporre a prima vaccinazione.