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Telemedicina, la Lombardia lancia il bando per la piattaforma

24 Giugno 2023

Televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio. Sono i quattro processi contemplati dal bando di gara emanato l’altro ieri dalla Lombardia per la realizzazione della piattaforma regionale di telemedicina. Il documento, in sintesi, definisce i parametri tecnici dell’impalcatura e per tale motivo merita di essere letta con attenzione, anche se l’operatività non scatterà prima del 2025: la Lombardia, infatti, risulta capofila per tale progettualità e, di conseguenza, è probabile che diverse altre Regioni utilizzeranno la medesima piattaforma per i loro programmi di telemedicina.

Al di là dei dettagli tecnici, è interessante notare che il bando cita soltanto quattro attività a distanza, che poi sono quelle che le Linee guida nazionali considerano il “set” minimo per assicurare l’obiettivo del Pnrr che definisce il domicilio «il primo luogo di cura» : la televisita, che il ministero della Salute definiscono un « Atto medico con interazione con il paziente in tempo reale»; il teleconsulto, ossia l’atto medico con cui il professionista interagisce a distanza con uno o più medici; la teleassistenza, cioè l’atto professionale (dell’infermiere, fisioterapista, logopedista eccetera) con interazione a distanza che può anche comprendere la condivisione di dati o referti; infine il telemonitoraggio, per il rilevamento e la trasmissione a distanza (in modalità continua) di parametri vitali e clinici.

Non a caso, queste stesse quattro prestazioni sono quelle che l’Agenas elenca nella pagina del proprio sito dedicata allo specifico target: entro il dicembre 2023, sono i due obiettivi, dovrà essere avviato almeno un progetto per Regione ed entro il dicembre 2025 dovranno essere assistite in telemedicina almeno 200mila persone. Le soluzioni di telemedicina da implementare sono, appunto, televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio, quest’ultimo declinato in quattro aree specifiche: telecontrollo del paziente con patologie cardiologiche, respiratorie o con diabete; telecontrollo del paziente neurologico; telecontrollo del paziente oncologico.

Almeno in questa prima fase, dunque, l’attenzione sembra essere concentrata sui processi di telemedicina che consentono al paziente di essere raggiunto direttamente a casa, nello spirito del domicilio come primo luogo di cura di cui si diceva. È significativo al riguardo che nello schema dell’Agenas e nel bando di gara della Regione Lombardia non si parli di telerefertazione, che le Linee guida definiscono «una relazione rilasciata dal medico che ha sottoposto il paziente a un esame clinico o strumentale», eseguito in presenza o a distanza (con la collaborazione di un altro medico o di un sanitario situati presso il paziente).

Questo ovviamente non significa che le farmacie fornite di servizi di telemedicina (ecg, holter eccetera) non possano ambire a un ruolo nel sistema delle cure a distanza. Si pensi solo alla televisita: saranno frequenti i casi in cui il medico da remoto riterrà opportuno un esame diagnostico e in tal caso disporre di una farmacia vicino a casa attrezzata allo scopo eviterà al paziente scomode trasferte. Certo, sarà prima indispensabile che il Fascicolo sanitario elettronico divenga la piattaforma con cui i diversi attori dell’assistenza inviano reciprocamente i dati, ma questa è un’altra storia. Anzi, un’altra mission.