«Esorto tutto il personale sanitario e delle Rsa a vaccinarsi con la terza dose, stesso discorso per tutte le persone con più di 60 anni per cui siano passati almeno sei mesi dal completamento del ciclo: è fondamentale per proteggere i nostri concittadini». Lo ha detto ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine dell’inaugurazione della Breast Unit di Tor Vergata, a Roma. Ma gli inviti a farsi somministrare la dose di richiamo arrivano da numerosi rappresentanti della politica: «Le Regioni sono pronte per la terza dose di vaccino» ha detto a RaiNews24 Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni «abbiamo fatto un grande sforzo organizzativo, dalle agende vaccinali agli operatori, fino alle strutture. Dobbiamo seguire le indicazioni scientifiche per tutelare la salute dei cittadini e l’economia del Paese».
«La terza dose diventerà probabilmente inevitabile per tutti» ha detto ad Agorà, su Raitre, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna «dobbiamo tenere sotto controllo la pandemia e quindi avanti con vaccinazioni e green pass obbligatorio. Guardate dove ci sono pochi vaccinati, come in Russia, qual è la situazione. Vorremmo evitare di tornare a chiudere quelle attività che hanno sofferto tantissimo e hanno pagato un prezzo alto, con tanti posti di lavoro persi».
Anche la Toscana è «prontissima» a una somministrazione estesa della terza dose, tant’è vero che ne hanno beneficiato già 100.000 assistiti. Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione, ai microfoni di SkyTg24. In Italia, ha ricordato poi Giani, «abbiamo fatto un progresso notevole sulla sperimentazione degli anticorpi monoclonali. Acceleriamo questa ricerca che ormai è alla fine della fase due, perché può essere una buona strada».
«Per chi ha fatto Johnson&Johnson servirà un richiamo in tempi molto brevi: a sei mesi dalla vaccinazione si inizierà a procedere, tenendo in considerazione l’età, ma verosimilmente una terza dose sarà necessaria per tutti» è infine la dichiarazione rilasciata a Radio Capital da Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della Salute «entro l’anno si procederà con la terza dose per anziani e personale sanitario, poi da gennaio il resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose. L’Aifa può accelerare questo percorso, ma è auspicabile una scelta condivisa di tutta Europa: c’è un boom di contagi in alcuni Paesi europei, il rischio c’è anche per noi, perché con l’aumento dei casi aumenta la possibilità che si diffondano nuove varianti. Quanto al green pass obbligatorio «lo toglieremo, ma non ora: bisogna procedere per gradi. Prima rimuoveremo il distanziamento, poi le mascherine e infine il green pass. Il vaccino obbligatorio non servirebbe, non convincerà i no vax a vaccinarsi».