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Toti (Liguria): omicron meno patogenico, uscire da “ossessione” dei tamponi

5 Luglio 2022

«È il momento di cambiare approccio alla pandemia, il Governo rimetta mano alle regole perché le attuali non corrispondono più alla realtà: il covid è tornato a circolare ma non ha gli stessi effetti di due anni fa, oggi ci sono molti meno pazienti nei nostri ospedali e da noi solo il 30% dei ricoveri si deve davvero al virus». Lo ha detto sabato il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità, Giovanni Toti: «Oggi osserviamo un fenomeno assai diffuso ma meno severo, per cui la maggior parte delle persone contagiate ha conseguenze riconducibili a qualche giorno di febbre, raffreddore e dolori muscolari e articolari. La campagna vaccinale, fino alla quarta dose per gli over80 e le persone più fragili, protegge in modo efficace non tanto dai contagi ma dal rischio di complicanze».

È quindi l’ora, ha continuato Toti, di iniziare a trattare diversamente il virus, sia nell’organizzazione ospedaliera sia nel regime delle quarantene, «uscendo anche da questa “ossessione” dei tamponi. Cerchiamo di gestire il Covid per quello che è: un virus che circola molto nel Paese ma che, grazie ai vaccini e alla capacità diagnostica e di cura, non comporta nella stragrande maggioranza dei casi alcuna delle conseguenze terribili che abbiamo conosciuto in passato».

In particolare, Toti ritiene ormai superato «un sistema di tamponi che sforna migliaia di contagiati asintomatici, costretti in casa per giorni. Lo dico non avendo mai minimizzato il problema e avendo adottato in passato anche misure drastiche di chiusura, quando necessarie. Di tutto questo dovrebbe occuparsi il governo: continuare a tenere l’elmetto in testa quando il nemico all’orizzonte è molto meno temibile – conclude – credo determini limitazioni di cui il Paese non ha bisogno».

«Omicron e in particolare le più recenti varianti» ha aggiunto il direttore generale di Alisa, Filippo Ansaldi «hanno una contagiosità 3-4 volte superiore ai virus delle prime ondate ma hanno anche perso gran parte della capacità di replicarsi a livello polmonare. Semplificando, si tratta di un virus che, adattandosi all’uomo, ha perso patogenicità».