Dal primo gennaio la spesa per interessi su ravvedimenti operosi e ritardati pagamenti all’erario (condoni compresi) costerà al contribuente molto di più, quasi tre volte. E’ l’effetto del decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 12 dicembre scorso, che porta dallo 0,3% allo 0,8% il tasso d’interesse legale per il 2019. L’aggiornamento è una delle incombenze rituali di fine anno, come ricorda lo stesso Mef: il ministro dell’Economia e delle Finanze, ricorda il decreto, «può modificare» il saggio degli interessi legali «sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno».
La conseguenza è che i contribuenti pagheranno al Fisco interessi più elevati sulle somme che riguardano la definizione agevolata dei processi verbali di constatazione, gli atti del procedimento di accertamento e la chiusura delle liti pendenti. In caso di versamenti omessi o tardivi per più anni, si dovranno quindi applicare le due misure dello 0,3% (per quanto concerne gli interessi legali maturati nel 2018) e dello 0,8% (dal 1° gennaio 2019).