Orari di lavoro dilatati, straordinari non pagati, contratto congelato, sicurezza del luogo di lavoro lacunosa. E’ ciò che accadrebbe negli esercizi della catena Lloyds Farmacie – gruppo Admenta, la holding italiana di McKesson Europe – secondo quanto denunciano sulla stampa bolognese una quarantina di dipendenti dell’insegna. I disagi riguarderebbero tutte le farmacie del gruppo, che gestisce tra le altre le comunali del capoluogo emiliano e quelle di Milano: gli organici sarebbero sotto il livello di guardia, il personale costretto a fare straordinari non retribuiti per portare a termine gli incarichi, le dimissioni in forte aumento perché i dipendenti non riescono a reggere stress e pressione.
In più, lamentano i lavoratori, che già a luglio avevano affidato le loro lamentele a una lettera di diffida inviata all’azienda, c’è il problema sicurezza: il format di Lloyds Farmacie non contempla serrande alle vetrine, ma di recente due esercizi bolognesi della catena sono stati presi d’assalto da malviventi che hanno sfondato i cristalli con una macchina. Admenta è corsa ai ripari installando uno sbarramento in metallo, ma i dipendenti non si sentirebbero sicuri.
Infine c’è la questione economica: Lloyds ha disdetto il contratto nazionale delle farmacie pubbliche e applica dal 2013 quello di Federfarma. E la transizione, si lamentano i dipendenti, non è stata indolore: l’indennità per il lavoro festivo sarebbe scesa dal 25% al 13%, quella di direzione del 40%; in più, permessi retribuiti cancellati, giorni di ferie ridotti, buoni pasto abrogati per i nuovi assunti. I 42 dipendenti starebbero valutando la possibilità di intentare una causa all’azienda.