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Vaccinazione covid, il 65% degli italiani dice sì ma chiede più informazioni

20 Febbraio 2021

Quasi il 70% degli italiani pensa che vaccinarsi contro covid sia il modo più rapido per tornare alla normalità. E il 65% è pronto a farsi iniettare il vaccino. Sono i dati emersi da un’indagine condotta dall’Agenas e dal Laboratorio Management e Sanità della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa su 12.322 persone, residenti su utto il territorio nazionale.

Soltanto il 17,6% degli italiani, dice la ricerca, non sembra intenzionato a vaccinarsi; invece, la fascia di popolazione che mostra maggiore propensione è quella sopra i 65 anni (75,4%), i meno convinti si concentrano nella fascia d’età 35-44. «La popolazione è propensa a vaccinarsi ma chiede di più, soprattutto più informazione» ha spiegato all’agenzia di stampa Dire Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa «La grande maggioranza ha ricevuto informazioni dalla televisione, seguono internet e i social. Grandi assenti le istituzioni sanitarie. La richiesta è di avere molta più informazione da questi soggetti di cui i cittadini si fidano: istituzioni sanitarie, i medici, i professionisti. Per aumentare la propensione a vaccinarsi» continua la Rettrice «saranno determinanti gli aspetti di tipo organizzativo-logistico: la facilità di accesso ai luoghi di vaccinazione, la chiarezza nelle modalità di prenotazione e nella velocità di svolgimento della vaccinazione».

«Sono molto soddisfatto della collaborazione con il Laboratorio Management e Sanità» ha commentato Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas «perché il lavoro che abbiamo presentato oggi permette di segnalare alcune linee di azione che i policy maker nazionali e regionali potrebbero trovare utili per la campagna vaccinale». Agenas, ha ricordato ancora Mantoan, «è un ente pubblico non economico e si configura come organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, che svolge attività di ricerca e di supporto nei confronti del ministro della Salute, delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. Questo lavoro ne è la dimostrazione».