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Vaccinazioni, caccia agli imbucati. I farmacisti chiedono la priorità

27 Gennaio 2021

Parte dalla Puglia la caccia agli “imbucati” che sono riusciti a infilarsi nella prima fase della campagna di vaccinazioni contro covid senza appartenere alle categorie prioritarie. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha incaricato il Nucleo ispettivo regionale sanitario (Nirs) di individuare eventuali irregolarità nella gestione delle liste, sulle quali stanno indagando la Procura di Bari e la polizia giudiziaria di Lecce e Brindisi. Per il governatore ai furbetti potrebbe essere contestata l’accusa di peculato. «Se la vaccinazione riguarda un impiegato dell’Asl è regolare» ha detto Emiliano «ma se riguarda la moglie di qualcuno che lavora all’Asl, come mi pare sia accaduto in Puglia, il responsabile ne pagherà le conseguenze».

Auspicano chiarezza e rispetto delle regole farmacisti del territorio e medici di famiglia, che finora sono rimasti esclusi dalle liste di priorità in buona parte del Paese (a partire proprio dalla Puglia): «E’ inaccettabile vaccinare per primo chi non è al fronte» ha dichiarato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. «Ai farmacisti che hanno prenotato la vaccinazione sulla piattaforma della Regione Puglia sia garantito il legittimo diritto alla priorità» ha detto il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e Bat, Luigi D’Ambrosio Lettieri.

Intanto però il fenomeno degli “imbucati” pare lievitare man mano che la campagna vaccinale procede: a ieri, sono 350mila i vaccinati appartenenti alla categoria “personale non sanitario” censiti dalle statistiche dell’Aifa. E sono in molti a chiedersi chi siano gli operatori inseriti in tale categoria, quando il Piano prevedeva che la prima fase della campagna sarebbe stata limitata a operatori sociosanitari e ospiti delle Rsa. Sospetti e punti di domanda sono arrivati anche al commissario per l’emergenza pandemica, Domenico Arcuri, che a RadioDue ha promesso massima vigilanza. «Se qualche Regione ha permesso la vaccinazione di personale che non ha a che fare con gli ospedali, dove non ci sono solo medici e infermieri, ma anche altre categorie che devono rendere l’ospedale Covid free, e non ha a che fare con le Rsa, noi non saremo inflessibili, saremo più che inflessibili. Sarebbe molto grave, anzitutto dal punto di vista etico».

Intanto anche in Calabria la pazienza dei farmacisti del territorio è al limite: una disposizione regionale risalente al 15 gennaio ne aveva disposto l’inserimento nelle fasce prioritarie, ma a Catanzaro le vaccinazioni ancora non sono iniziate. Il presidente di Federfarma provinciale (e regionale) Vincenzo Defilippo ha quindi diffidato le autorità sanitarie ad avviare le somministrazioni «in tempi ragionevoli», altrimenti verrà addebitata loro «la responsabilità di eventuali contagi dei titolari e dei collaboratori delle farmacie».