Si mantiene stabile, in Italia, il tasso delle segnalazioni di sospetta reazione avversa per i vaccini covid: 97 casi ogni 100mila dosi nel periodo compreso tra il 27 dicembre 2020 (data di inizio della campagna nazionale di vaccinazioni) al 26 dicembre scorso, due in meno rispetto ai 99 episodi registrati al 26 settembre scorso. È quanto riferisce il 14° Rapporto dell’Aifa sulla farmacovigilanza dei vaccini per covid: in due anni, dicono i dati, sono pervenute 140.595 segnalazioni su un totale di 144.354.770 dosi somministrate; l’81,3% si riferisce a eventi non gravi come dolore nella sede dell’iniezione, febbre, astenia o stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi, il 18,7% del totale (per un tasso di 18 eventi ogni 100.000 dosi somministrate), sono caratterizzate nella maggior parte dei casi da sintomatologia simil‐influenzale, mentre gli eventi avversi di speciale interesse sono molto rari e il tasso di segnalazione è ormai stabile nel tempo.
Nei due anni di campagna vaccinale, scrive l’Aifa, il vaccino più utilizzato in Italia è Cormirnaty (66,7%), seguito da Spikevax (23,8%), Vaxzevria (8,4%), Jcovden (1,1%) e Nuvaxovid (0,03%). Le segnalazioni per tipologia di vaccino invece riguardano Comirnaty nel 66,2% dei casi, Vaxzevria nel 17,3%, Spikevax 15,1%, Jcovden 1,3%, Nuvaxovid 0,1%.
«In considerazione dell’andamento sostanzialmente stabile delle segnalazioni e in linea con l’approccio delle varie Agenzie regolatorie a livello europeo» conclude l’Aifa «d’ora in poi i dati sulle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai vaccini anti-covid confluiranno nel Rapporto sulla sorveglianza post-marketing di tutti i vaccini, pubblicato annualmente dall’Aifa».