L’Italia si metta subito a lavorare a un piano per lo stoccaggio e la distribuzione dei vaccini contro covid, che nel giro di qualche mese dovrebbero cominciare ad arrivare nel nostro Paese e nel resto d’Europa. E’ l’invito lanciato ieri dalle pagine del Sole 24 Ore da Veronica Vecchi, Giuditta Callea e Niccolò Cusumano, ricercatori dell’Osservatorio sul management degli acquisti e dei contratti in sanità della Bocconi di Milano. I vaccini in fase sperimentale avanzata, ricordano gli autori, sono 11 e tre di questi figurano nel fast track dell’Ema, che assicura loro una corsia preferenziale nelle procedure autorizzative.
L’arrivo dei primi vaccini, in altre parole, è ormai all’orizzonte e l’esperienza di questa primavera a proposito di dispositivi di protezione individuale e ventilatori polmonari ha insegnato che per assicurare un accesso ai vaccini «in tempi certi» occorre una distribuzione «coordinata non solo a livello internazionale, ma anche nazionale e locale».
In particolare, scrivono i tre ricercatori, il tema critico da affrontare è quello che riguarda la gestione logistica di un prodotto «che richiede la capacità di mantenimento della catena del freddo, anche a bassissime temperature (fino a -70/80°C) lungo tutta la filiera distributiva». Non a caso, ricorda l’articolo, Assoram (l’Associazione nazionale degli operatori commerciali e logistici della distribuzione primaria dei prodotti farmaceutici) ha già sollecitato un confronto con il Governo e con il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 allo scopo di avere dati (sulle tipologie vaccinali, sulle temperature di gestione, sui canali di distribuzione eccetera) con cui pianificare il lavoro e valutare gli investimenti.
Ma tra le criticità da sciogliere prima che i vaccini covid arrivino sul mercato c’è anche la somministrazione: «La Germania» scrivono gli autori «ha già previsto l’attivazione di 60 centri di vaccinazione sul territorio, e a giorni i 16 Lander (le regioni federali, ndr) dovranno comunicare al ministero della Salute l’elenco delle strutture. Data la necessità di assicurare il vaccino a tutta la popolazione italiana con un servizio rapido, efficiente e snello nonostante le diversità territoriali, è fondamentale l’attivazione di una rete adeguata, valutando a priori le diverse soluzioni con una analisi del rischio e dei possibili colli di bottiglia».