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Veterinari, decreto per la prescrizione in deroga bocciato dalla Fnovi

26 Maggio 2021

Il decreto ministeriale che amplia l’uso in deroga dei farmaci per uso umano da parte dei medici veterinari contiene «criticità e inesattezze». E non definisce, come invece dovrebbe, i casi in cui è possibile prescrivere all’animale domestico un farmaco destinato all’uomo. E’ il severo giudizio con cui la Federazione nazionale degli ordini veterinari (Fnovi) accoglie il provvedimento emanato dal ministero della Salute il 14 aprile scorso e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 21 maggio.

Il primo appunto mosso dall’associazione professionale riguarda la concertazione: sul testo la Federazione non è stata mai sentita, «a differenza di quanto indicato nella premessa del decreto»: presa visione di una bozza diffusa dai media ma non confermata, «Fnovi aveva chiesto un confronto urgente con il Ministero che non si è mai realizzato».

Come se non bastasse, prosegue la Fnovi, il testo del decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale «non definisce i casi in cui il veterinario può prescrivere per la cura dell’animale domestico un medicinale per uso umano dallo stesso principio attivo del corrispondente veterinario»: la Legge di bilancio 2021 che ha dato origine al provvedimento lo raccomandava, ma l’allegato A che dovrebbe assolvere allo scopo non contiene «profili di particolare utilità»: al punto 1 si consente la prescrizione in deroga «nel caso in cui l’uso del medicinale veterinario comporti rischi o controindicazioni», ma – osserva la Fnovi – se il principio attivo è lo stesso non si comprende perché dovrebbero esserci meno rischi.

Non fanno chiarezza neanche gli altri paragrafi dell’allegato (che FPress aveva riportato integralmente in questo articolo) e il punto 6«è addirittura contraddittorio tra la prima e la seconda parte». Inoltre, continua la Federazione, «riteniamo utile richiamare l’attenzione sul tema della lotta all’antimicrobico resistenza: la prescrizione di farmaci per uso umano inficerà di fatto la tracciabilità degli antibiotici – una delle finalità della Ricetta elettronica veterinaria – dal momento che per il farmaco in deroga non sono previste le medesime procedure di gestione».

Questo Decreto, conclude la Fnovi, «avrebbe potuto rappresentare un’ottima occasione per facilitare l’esercizio della professione medico veterinaria e tutelare i pazienti animali, introducendo un concetto etico innovativo come il costo del medicinale e quindi una maggiore possibilità di cura degli animali da compagnia appartenenti alle fasce di popolazione meno abbienti. Spiace invece dover constatare che la strada intrapresa individua quale unico responsabile il medico veterinario, chiamato a farsi carico dei rischi e gli oneri derivanti da un testo confuso e in evidente contrasto con le direttive europee, anche in vista del Nuovo Regolamento Europeo sul farmaco veterinario che entrerà in vigore il prossimo 28 gennaio 2022».